Scuola, la protesta degli studenti nelle strade
C’è chi invoca la riapertura immediata delle scuole superiori e chi invece vuole attendere per avere la certezza di un rientro sicuro. L’iniziativa della protesta che sta interessando la scuola in queste ore è partita dalla Rete degli studenti medi del Lazio, ma è stata accolta anche in altre città, dove gli studenti non sono d’accordo sulla riapertura delle scuole. Nella Capitale, lunedì 11 gennaio gli studenti si sono ritrovati in 400 sotto il Ministero dell’Istruzione a Trastevere invitando a sospendere per quel giorno la Didattica a distanza.
Lo slittamento della riapertura in presenza, previsto dalla Regione Lazio per il 18 gennaio, e per le altre regioni in maniera differenziata, non ha fermato la protesta e neppure è stata accolta dagli studenti romani la proposta del doppio orario degli ingressi posticipati previsti dal piano della prefettura. I dirigenti scolastici e gli studenti hanno lamentato il fatto che non sono stati invitati a partecipare ai tavoli di programmazione della ripresa, tavoli che hanno visto soltanto la partecipazione di tecnici e dirigenti del trasporto locale.
Nelle note indirizzate al ministro dell’Istruzione Azzolina, gli studenti hanno espresso la loro preoccupazione per la situazione di stallo nella quale si trova la scuola e che nessun passo avanti sia stato realmente fatto. Non è concepibile – scrivono – che «l’orario scolastico si protragga per sette ore al giorno, fino alle 17.00».
E ancora: «La scuola non è oggi prioritaria come dovrebbe, vogliamo esprimere dissenso per la gestione pessima di questo secondo rientro scolastico. Ci priviamo un giorno della scuola per non esserne privati mai più», si legge nel documento.
Dal mese di settembre 2020 si parla di intervenire sugli impianti di ventilazione meccanica, che hanno già fermato il contagio in una scuola in provincia di Padova, ma questo non sembra aver attirato ad oggi l’attenzione degli addetti ai lavori. Anche il vaccinare insegnanti e studenti è un’ipotesi che timidamente si porta avanti, ma c’è poca certezza e si parla forse del mese di marzo. Si continua a navigare a vista e questo non fa bene al Paese.