Scuola e intelligenza artificiale

Tanto accapigliarsi sui proclami pedagogici più o meno condivisibili delle Indicazioni nazionali, quando il focus è altrove. Certo, occorre rivisitare e spingersi verso un orizzonte di senso, antropologico e pedagogico, che serva da orientamento per la vita della scuola, ma a me sembra che l’essenziale vada cercato ora in altre direzioni. Le ricerche nel campo dell’ IA ci indicano quanto pedagogicamente sappiamo da sempre, ma spesso disatteso nella pratica di attivazione dei processi di insegnamento-apprendimento: “La sfida non è costruire un robot che funzioni, ma uno che impari”. Così hanno affermato recentemente (un esempio tra tanti) gli esperti IA del robot Apollo dalle forme antropomorfe sviluppato da Apptronik, azienda del Texas in collaborazione con Mercedes-Benz. Se questo è il preveggente e vero obiettivo della IA, che senso ha ora in questa sfida epocale all’intelligenza umana disperderci in altre direzioni? La grande sfida educativa invece è far crescere persone che sappiano continuamente imparare. Cioè persone e comunità generative, costruttrici di intelligenza ed emozioni, relazioni e sentimenti. Il bene lo si raggiunge co-costruendolo.
Un modesto consiglio. Per le Indicazioni nazionali avrei scritto un solo articolo base con alcuni vincoli attuativi che più o meno potrebbe recitare così: “Nel rispetto della dignità della persona, dei gruppi e delle comunità afferenti alla scuola e con cui la scuola esercita e condivide il ruolo educativo, compito primario dell’istruzione è far crescere (stimolare, accompagnare, valorizzare, orientare) persone e comunità generative, motivate, che sappiamo continuamente imparare. In quest’ottica, nell’ambito dell’esercizio dell’autonomia scolastica, sarà cura di ogni istituzione ‒ su questa centrale finalità di sviluppo della persona e della comunità ‒ programmare con altre classi o gruppi didattici disciplinari e interdisciplinari di pari livello della scuola di appartenenza e di altre scuole incontri periodici di confronto-verifica-riprogrammazione degli interventi educativi e didattici. Di tale processo continuo di confronto-riprogrammazione-verifica degli interventi sarà emanata una apposita legge attuativa che ne indicherà obiettivi tempi-modalità-risorse finanziarie e umane, criteri per la formazione e l’aggiornamento del personale scolastico”.
Sostieni l’informazione libera di Città Nuova! Come? Scopri le nostre riviste, i corsi di formazione agile e i nostri progetti. Insieme possiamo fare la differenza! Per informazioni: rete@cittanuova.it