Scuola d’infanzia solo se c’è posto
Sono mamma di una bambina di quattro anni. Da circa un anno lotto per poter iscrivere mia figlia alla scuola materna. Per il semplice fatto che non ci sono posti, per il secondo anno consecutivo è rimasta fuori. Mio marito ha un lavoro precario e non possiamo permetterci scuole private e tantomeno che io smetta di lavorare! Credo che questo sia un grosso disservizio ai danni dei cittadini… Voi cosa ne pensate?. Lucia T.- Torino Non sei la sola (e non è una consolazione!) a non vedere accolta la domanda d’iscrizione del figlio/a alla scuola materna (ora d’Infanzia). Si parla, infatti, di una vera e propria emergenza asili: bambini tra tre e cinque anni in attesa di frequentare la scuola, una fila interminabile che mortifica un po’ tutta Italia. Solo nella provincia di Torino, secondo una stima dei sindacati, sono 2000, e poi 1700 a Milano, 1200 nella provincia di Roma. E così via, fino a contare 100 mila bambini in tutta la penisola, rimasti fuori dai cancelli. Persino le scuole dell’Emilia Romagna, modello d’efficienza, sono state costrette a trascurare 2000 richieste. Ma perché non si aprono nuove sezioni? La riforma non assicurava, per la scuola d’Infanzia, la generalizzazione dell’offerta formativa e la possibilità di frequenza? Di fronte ad una domanda sociale così vasta e consistente si è risposto con l’anticipo a due anni e mezzo dell’età di iscrizione! Cosa che ha creato solo inutili aspettative nelle famiglie, vista l’impossibilità di realizzarla adeguatamente. La questione è che occorrono le risorse, mentre i comuni si trovano con il 30 per cento dei finanziamenti in meno. E, laddove si è potuto creare aule nuove, mancano gli insegnanti, perché c’è il blocco delle nuove assunzioni… Le famiglie che se lo possono permettere, come soluzione alternativa, ricorrono a scuole private a pagamento e babysitter, o uno dei due rinuncia al lavoro e alle relative entrate. Ma le altre? La scuola dell’Infanzia è un importante servizio educativo da difendere. È un diritto di tutti i bambini. E di tutte le famiglie: permettere una serena pianificazione del lavoro vuol dire crescita e sviluppo per la famiglia e quindi per la società. Come genitori, visto che la riforma ci chiama direttamente a cooperare con la scuola, dobbiamo far sentire sempre più la nostra voce, facendo circolare le notizie sul funzionamento dei servizi e sui bisogni reali delle famiglie, per creare un’opinione che incida nella vita politico-sociale. Spaziofamiglia@cittanuova.it