Scuola coranica chiusa per abusi
Una nuova “casa dell’orrore” è stata scoperta il 12 ottobre in una scuola coranica nello stato di Katsina, nel Nord della Nigeria, in cui più di 300 ragazzi sono stati incatenati, torturati e abusati sessualmente per mesi. La polizia locale dichiara di «averli salvati». Ai primi di ottobre, un’operazione di polizia aveva già interrotto tali pratiche in un’altra istituzione islamica, nel vicino stato di Kaduna, dove altrettanti studenti erano stati sottoposti allo stesso maltrattamento. Questa volta, la scoperta segue un’irruzione nella scuola coranica di Daura, dopo che gli studenti erano fuggiti domenica dalle loro case e avevano denunciato in strada le loro condizioni di vita. Gli studenti provenienti da varie parti della Nigeria – incluso lo stato di Katsina e il vicino Niger – erano stati affidati dalle loro famiglie alla madrasa per imparare il Corano ed essere curati per tossicodipendenza.
Lawal Ahmad, 33 anni, tenuto in cattività, ha testimoniato di aver assistito a violenze sessuali, pestaggi e morti di altri prigionieri durante i suoi due anni di detenzione. «Ci hanno picchiati, maltrattati e puniti ogni giorno», ha detto piangendo. Le autorità si impegnano a stabilire l’identità delle vittime in modo che possano essere trovate le loro famiglie.
Le scuole private principalmente islamiche sono molto diffuse nel Nord della Nigeria, luoghi dove la povertà è estremamente elevata e i servizi pubblici sono spesso totalmente assenti, compresa la scuola. La Muslim Rights Concern (Muric), un’organizzazione umanitaria locale, stima che vi siano inseriti circa 10 milioni di bambini. Mohammed Sabo Keana, fondatore della Ong Almajiri Child Rights Initiative in Nigeria, riconosce che le condizioni di vita e di studio non siano le stesse in tutti gli insediamenti non ufficiali, ma afferma che non sono pochi i bambini esposti a tutti i tipi di violenza. Per questo, sostiene, è urgente che le autorità agiscano. «È responsabilità del governo garantire la protezione dei bambini, è nella Costituzione. Anche se i genitori mandano i loro figli in queste scuole, il governo ha il dovere di vietare tali pratiche e di far valere i diritti degli alunni», afferma.
Dopo l’incidente di Kaduna, il presidente nigeriano ha rilasciato una dichiarazione in cui invita le autorità tradizionali a lavorare con il governo per denunciare «pratiche culturali incontrollate, che equivalgono ad abusi sui minori».