Scorpacciata tricolore

Terminato un weekend ricco di soddisfazioni per lo sport italiano. Medaglie azzurre ai mondiali di ciclismo su pista e di sci nordico. E non solo
Elia Viviani

Lo spezzatino cui è stato costretto il nostro campionato di calcio di serie A nell’ultima giornata, tra partite rinviate a data da destinarsi e rimandate per pioggia, anticipi del venerdì e posticipi del lunedì, ha portato molti appassionati italiani di sport, che solitamente preferiscono dedicare la loro attenzione prevalentemente al mondo del pallone, a soffermarsi per una volta su alcune discipline che hanno saputo regalare, a chi ha avuto la fortuna di seguirle, spettacolo ed emozioni in serie, soprattutto grazie alle imprese di alcuni nostri rappresentanti. Parliamo, in particolare, di quanto accaduto durante i campionati del mondo di ciclismo su pista, terminati domenica a Saint-Quentin-en-Yvelins (località alle porte di Parigi), e in quelli di sci nordico, in corso di svolgimento fino a domenica prossima a Falun, in Svezia.

Il ciclismo su pista italiano, disciplina che in passato tante soddisfazioni ha saputo regalare ai nostri colori, vive ormai da diverso tempo un periodo di crisi. La cronica mancanza di strutture adeguate (nel nostro Paese l’unico velodromo coperto è quello di Montichiari), abbinata al fatto che i nostri tecnici tendono a “spingere” i migliori interpreti azzurri delle due ruote a preferire l’attività su strada, rende praticamente impossibile competere alla pari con nazioni che investono fortemente in questa disciplina come Francia, Germania, Gran Bretagna, Australia o Nuova Zelanda. Nonostante ciò, un atleta competitivo a livello internazionale l’abbiamo anche noi.

Parliamo di Elia Viviani, ventiseienne velocista che, guarda caso, è stato l’unico rappresentante italiano di questo sport ai giochi a cinque cerchi di Londra 2012. Elia sabato ha conquistato la medaglia di bronzo iridata nell’Omnium (una gara “massacrante” che si disputa in due giorni e che racchiude ben sei diverse specialità), una disciplina che grazie ad alcune recenti modifiche nel format di gara vede ora nel nostro rappresentante uno dei più seri candidati per una medaglia in vista delle Olimpiadi di Rio del prossimo anno. Stanco, ma ancora non del tutto appagato, il nostro ciclista domenica è sceso nuovamente in pista e si è aggiudicato una seconda medaglia mondiale, questa volta in coppia con Liam Bertazzo, nella spettacolare prova dell’Americana (detta anche Madison), una corsa a punti in cui si affrontano squadre formate da due ciclisti che si alternano in gara dandosi il cambio per 200 giri complessivi. Una specialità storica di questo sport, che però non fa più parte del programma olimpico.  

Anche nelle discipline dello sci nordico (salto, combinata nordica e sci di fondo), l’Italia non sta attraversando un momento particolarmente brillante. Nessuna medaglia ai mondiali casalinghi del 2013 (disputati in Val di Fiemme), stesso deludente risultato anche in occasione delle ultime Olimpiadi di Sochi dello scorso anno. Sembrano davvero lontani i tempi in cui, specialmente nello sci di fondo, i nostri rappresentanti riuscivano a duellare quasi alla pari con i rivali appartenenti a nazioni come Norvegia, Svezia, Finlandia, Russia, Austria e Germania. Come per il ciclismo su pista, però, anche nella combinata nordica e nello sci di fondo abbiamo comunque al momento due atleti di assoluto livello, ovvero Alessandro Pittin e Federico Pellegrino.

Alessandro Pittin, primo atleta azzurro a vincere una medaglia nella storia della combinata nordica ai Giochi olimpici (bronzo a Vancouver 2010), venerdì ha conquistato la medaglia d’argento mondiale nella prova dal trampolino piccolo al termine di una delle sue proverbiali ed emozionanti rimonte (era quattordicesimo dopo il salto). Uno spettacolo per i tifosi azzurri vederlo recuperare posizioni su posizioni, una consuetudine per lui che è certamente il miglior interprete della prova di fondo tra tutti i combinatisti del circuito. Domenica poi, Alessandro ha trascinato i suoi compagni di squadra (Armin Bauer. Lukas Runggaldier e Samuel Costa) al quarto posto nella prova di staffetta, miglior risultato di sempre in una prova a squadre mondiale.

Federico Pellegrino, invece, di medaglie olimpiche non ne ha mai vinte, ma quest’anno prima dei mondiali si era già aggiudicato tre prove di coppa del mondo nella sua specialità preferita, la sprint a tecnica libera. Peccato che ai mondiali svedesi questa prova si sia disputata in tecnica classica, ma il nostro atleta, davanti ad una cornice di pubblico davvero fantastica (come sempre avviene quando si disputa una competizione di sci di fondo in un paese scandinavo), giovedì scorso si è esaltato andando comunque ad un passo dalla medaglia (quinto). Medaglia che è poi arrivata domenica quando, insieme a Dietmar Noeckler, ha regalato ai colori azzurri uno splendido bronzo nella prova a squadre sprint (questa volta disputata nella sua amata tecnica libera).

Non solo ciclismo su pista e sci nordico però. I nostri atleti, infatti, negli ultimi giorni si sono resi protagonisti di ottime prestazioni anche in altri sport. Nella scherma, ad esempio, il quartetto azzurro di sciabola femminile formato per l’occasione da Irene Vecchi, Ilaria Bianco, Rossella Gregorio e Martina Petraglia, ha vinto la prova di coppa del mondo disputata a Gand (Belgio). In campo maschile, sempre nella sciabola, va registrato anche il primo podio importante a livello individuale per Luca Curatoli, ventunenne napoletano di cui si dice un gran bene, che nella prova di coppa del mondo disputata a Varsavia (Polonia), ha conquistato la medaglia di bronzo. Nei tuffi, invece sono arrivate ben due medaglie per l’Italia nel Grand Prix di Rostock (Germania), entrambe per merito di Tania Cagnotto, seconda dietro la cinese Qu Lin (per soli venti centesimi) nella finale del trampolino da tre metri, e ancora medaglia d’argento, questa volta in compagnia di Francesca Dallapè, nella prova dei tuffi sincronizzati femminili sempre da tre metri (ancora una volta dietro il duo cinese formato nella circostanza dalla Qu Lin e dalla Wu Chunting).

Infine, non vanno dimenticati i nuovi exploit dei nostri tennisti che sembrano aver iniziato questo 2015 davvero con il piede giusto. Dopo la storica vittoria di Andreas Seppi contro Roger Federer agli Australian Open di gennaio, questa settimana sono arrivati altri due successi di tennisti azzurri contro giocatori appartenenti alla top ten del circuito mondiale. Nel torneo di Marsiglia (Francia), Simone Bolelli si è imposto contro il canadese Milos Raonic (numero sei del mondo), mentre a Rio de Janeiro (Brasile) Fabio Fognini ha battuto nientedimeno che Rafael Nadal (numero tre del mondo). Fabio, giocatore ricco di talento ma spesso frenato in campo da un carattere a dir poco irruento, ha poi perso la finale dello stesso torneo contro l’altro spagnolo David Ferrer, mentre sempre a Rio, in campo femminile, la vittoria finale se l’è aggiudicata la nostra Sara Errani, che battendo l’emergente slovacca Schmiedlova torna a sorridere dopo un periodo abbastanza difficile.   

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