Scontro sul cosiddetto ius soli
Dai vertici del Pd e dal governo arrivano indicazioni contraddittorie sul rinvio dell’approvazione della legge sulla cittadinanza agli stranieri e denominata impropriamente “Ius soli” come abbiamo spiegato sul nostro sito a partire dall’analisi di Iole Mucciconi e i commenti di Flavia Cerino.
Avvenire la chiama correttamente ius soli temperato e ius culturae e ha dedicato uno speciale nell’edizione di domenica 17 settembre 2017 mostrando i volti di tanti giovani che sono italiani di fatto, ma non di diritto.
La legge, che sembrava procedere speditamente verso l’approvazione delle Camere, prevede il riconoscimento della cittadinanza italiana ai minori nati in Italia da padre e madre stranieri qualora uno dei genitori abbia un diritto di soggiorno di lungo periodo oppure per coloro che arrivano in Italia entro il dodicesimo anno di età e frequentano un intero ciclo scolastico.
Secondo il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, «non si tratta di concedere nulla, e tantomeno di regalare qualcosa. Si tratta di riconoscere per legge una realtà, vera, importante e buona» e cioè che «quanti sono nati in Italia o in Italia sono arrivati da bambini e pensano e parlano italiano, coloro che crescono e studiano qui, condividendo la nostra cultura e le nostre regole di cittadinanza, assimilando i nostri costumi, e appartengono a famiglie di origine straniera ma residenti in questo nostro Paese con permesso permanente o di lungo periodo (e, dunque, sono figli di persone che qui lavorano, pagano tasse e contributi, e non hanno guai con la giustizia) non sono candidati all’italianità, sono già italiani».
L’evidenza invocata sul quotidiano della Conferenza episcopale non è affatto condivisa, a quanto pare, da parte degli italiani, perplessi e impauriti dal racconto che prevale sui mezzi di comunicazione più efficaci, come sono quelli televisivi del gruppo Mediaset, senza poter ignorare l’allarme e le invettive lanciate in maniera sistematica da quotidiani come Libero, il Tempo, La Verità e il Giornale che usano un linguaggio immediato e comprensibile da tutti nella loro aggressiva semplificazione dei fatti.
Le incertezze sulla legge elettorale invitano i partiti alla cautela perché la proiezione dei consensi conferma il peso di certi orientamenti che attraversano anche quel mondo cattolico che Avvenire dovrebbe rappresentare in nome del valore centrale e indiscutibile della persona umana.
Una grande lacerazione in corso accentuata dal nuovo corso della politica verso i flussi dei migranti inaugurato questa estate dal ministro degli interni Marco Minniti che ha ricevuto un consenso trasversale a livello politico, dalla Lega a settori pesanti del M5S, assieme alla decisa opposizione da parte di realtà ecclesiali preoccupate per la grave violazione dei diritti umani in atto con l’esternalizzazione delle frontiere e dei campi profughi in Libia e nei Paesi subsahariani.
Ma è lo stesso ministro dell’interno Marco Minniti ad affermare, in una intervista sul sito di informazione del Pd, che «il problema del Governo dei flussi migratori non ha niente a che vedere con lo ius soli che peraltro è temperato dallo ius culturae, ovvero riguarda i figli dei migranti stabilizzati e che sono pienamente integrati», aggiungendo che la nuova legge «è un pilastro per le politiche di sicurezza, perché quando uno tiene troppo a lungo una persona che pensa di averne diritto ai margini della società fa una cosa ingiusta e le ingiustizie producono odio».
Sta di fatto che la maggioranza parlamentare resta difficile da raggiungere in questa fine legislatura e il leader della Lega, Matteo Salvini, può dire di godere di una posizione di vantaggio perché potrà sostenere di aver vinto in caso di stop alla legge, mentre può chiamare a raccolta un vasto fronte contro lo ius soli presentato come la premessa di un’invasione che minaccia l’identità e il futuro dell’Italia. Una tesi non lontana da quanto affermano molti esponenti del mondo cattolico come il banchiere Ettore Gotti Tedeschi, già ai vertici dello Ior, che invita ad uscire da quell’ “enfasi umanitaria” che ha colpito,secondo Gotti Tedeschi, la Chiesa di Francesco per ricordare che «le migrazioni son considerate, in sede Onu, da decenni, una strategia per realizzare quel sincretismo religioso necessario alla omogeneizzazione culturale e morale nel mondo globale». Ma citazione di analisi e tesi contrarissime al cosiddetto ius soli sono molto più estese a cominciare dalle ultime invettive del celebre politologo Giovanni Sartori, recentemente scomparso.
La questione va dunque affrontata con un dibattito serio per ribadire i fondamenti della convivenza e l’idea di società che si intende costruire.