Schumann, il romantico
Roma, Accademia Nazionale Santa Cecilia. Direttore Antonio Pappano.
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Fuoco, passione, sogno. La fantasia, il cuore, la libertà. Le anime del romanticismo puro si ritrovano, fuse al grado massimo, nella musica di Robert Schumann anche oggi, a duecento anni dalla nascita. L’ouverture Manfred coglie dell’omonimo poema di Byron il lato avventuroso, e fantastico: un tumulto senza pause, sino al finale dove l’eroe morente viene descritto da quella calma impalpabile in cui Schumann sembra prefigurare la sua stessa morte a 46 anni.
Nella Sinfonia n. 4 i quattro “tempi” agiscono senza intervalli, come un mare robusto che si calma nella Romanza in una melodia affidata al violoncello e all’oboe uniti, ma poi si risolleva a quel “motivo-guida” del primo tempo, spezzato e virile. Capolavoro del pianismo d’ogni tempo è il Concerto per piano e orchestra in la min. La pianista georgiana Elisso Virsaladze, eccelsa interprete schumanniana, lo esegue con un trasporto controllato: sarebbe facile scivolare nel sentimentalismo in un musica che è amore (per la moglie Clara), felicità melodica, fiducia nella vita.
Pappano dirige con slancio e precisione musiche scritte apposta per un’orchestra come quella ceciliana, luminosa e vibrante.