Schulz, noccioline per l’anima

Charlie Brown, Linus, Lucy, Snoopy e compagni sono il racconto delle nostre paure e delle nostre speranze, un grande affresco dell’umanità contemporanea
Charles Schulz (AP Photo/Ben Margot, File)

Il centenario della nascita di Charles Schulz, lo scorso 26 novembre, ci ha fatti e ci fa di nuovo interrogare sulle ragioni dell’eterno successo dei suoi personaggi a fumetti, che continuano ad attraversare l’anima e il cuore di tante generazioni in tutto il mondo. Da Charlie Brown a Linus, da Lucy a Snoopy, una band variopinta e ben assortita che ha dato forma anche a film e serie tv e che guarda al mondo con tenerezza e malinconia, a volte con maturo disincanto, forse con quell’intelligente e calmo realismo che tutti noi vorremmo avere.

A proposito, i Peanuts (“noccioline”, in inglese) sono in tutto 74 e Schulz ha voluto fare sempre da solo per mezzo secolo: li ha inventati, li ha caratterizzati su carta e ha disegnato ogni loro singola avventura, dal debutto delle strisce il 2 ottobre 1950 fino alla morte del grande cartoonist americano, a 77 anni, il 12 febbraio del 2000. L’ultima striscia infatti è stata pubblicata il giorno dopo: in tutto, i Peanuts costituiscono un corpus di ben 17.897 avventure a fumetti.

Sono numeri, questi, che parlano di una passione travolgente per il disegno e la fantasia, di un amore scanzonato per l’umorismo sottile, di una nostalgia spesso dolce ma sempre costruttiva, capace di recuperare i sentimenti semplici dell’infanzia.

Ma attenzione: il candore dei Peanuts non è ingenuità, la poesia di Charlie Brown e amici non è fuga dalla realtà. In Schulz i personaggi sono tutti bambini delle scuole elementari accompagnati da qualche animaletto, tipo il bracchetto Snoopy e l’uccellino Woodstock, e vivono in una imprecisata periferia americana.

I Peanuts alla parata del Thanksgiving day a New York (AP Photo/Eduardo Munoz Alvarez)

Le loro avventure sono ispirate alla purezza del cuore che va di pari passo con l’ironia dell’intelligenza: le nuvolette parlanti diventano noccioline parlanti, che sanno cogliere le contraddizioni degli adulti (mai rappresentati), i mali della società e i malesseri interiori, ma anche un gesto di generosità, la freschezza di un sorriso, l’energia dell’ottimismo.

E la forza quieta della speranza, che forse si trova nella famosa coperta di Linus, emblema di voglia di sicurezza in un mondo dove i bambini e le bambine devono combattere contro le punture della solitudine, l’arroganza del successo, l’esilio della fantasia, la massificazione dei consumi.

Schulz era un cristiano convinto e forse il mondo immaginario e fumettistico dei Peanuts può essere veicolo di grandi verità, anche cristiane, secondo la lettura dei saggi scritti dal ministro cristiano statunitense e promotore della “teologia popolare” Robert L. Short (1932-2009), editi in Italia da Gribaudo: Il Vangelo secondo Charlie Brown (1990, ma la prima edizione americana risale al 1965), La Bibbia secondo Linus (1991), Le parabole secondo Snoopy (1992).

Ma di là delle interpretazioni religiose (o psicoanalitiche), i Peanuts restano un grande affresco dell’umanità contemporanea, capace di unire cultura colta e cultura popolare, di esprimere i concetti più difficili con i tratti e le parole più semplici.

Sono il racconto delle nostre paure e delle nostre speranze.

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