Schiacciando verso Londra

Le azzurre della pallavolo a caccia della qualificazione olimpica nella World Cup in corso in Giappone. Incoraggianti le prime partite, nonostante i dubbi della vigilia
pallavolo

Ci hanno abituato davvero troppo bene. Ad eccezione di una medaglia olimpica, sino ad ora sempre sfuggita, le ragazze della nazionale italiana di pallavolo negli ultimi dieci anni hanno vinto quasi tutto quello che c’era da vincere: un titolo mondiale, quattro medaglie ai campionati europei, diversi piazzamenti sul podio nei maggiori appuntamenti internazionali (World Grand Prix, Coppa del Mondo e Grand Champions Cup). Così, come spesso accade ad un gruppo vincente, sono bastati alcuni risultati appena al di sotto dell’elevato standard abituale per far sorgere tra gli addetti ai lavori e tra i tantissimi appassionati di questo sport i primi dubbi: che le nostra squadra sia arrivata alla fine di un ciclo vincente?      

 

Appena un mese fa, in occasione del campionato continentale organizzato congiuntamente da Italia e Serbia, la nostra squadra si è fermata al quarto posto, la medaglia di legno, un piazzamento che ha lasciato l’amaro in bocca alle azzurre che alla vigilia erano date tra le principali favorite per il successo finale. Intendiamoci, questo risultato in assoluto non è da buttare (non si può vincere sempre, ci sono anche gli avversari …), e dimostra l’eccezionale continuità di risultati di questa squadra classificatasi sei volte tra le prime quattro formazioni nelle ultime sette edizioni dei campionati europei. Ma inevitabilmente il dibattito è aperto, visto che molte delle nostre giocatrici hanno superato i trent’anni (dalla Piccinini alla Lo Bianco, dalla Gioli alla Del Core, dalla Costagrande alla Anzanello), e considerando anche che ci stiamo avvicinando all’appuntamento più importante del quadriennio: le Olimpiadi di Londra del prossimo anno.

 

««Questa squadra ha ancora tanto da dare alla pallavolo italiana», assicura Massimo Barbolini, ct azzurro dal 2006, che nonostante gli ultimi “deludenti” risultati crede ancora fermamente nella bontà di questo gruppo di giocatrici. Barbolini è un tipo davvero in gamba, un allenatore che ha sempre combattuto la cultura degli alibi e per questo non ha mai enfatizzato più del dovuto alcuni imprevisti che negli ultimi anni hanno pesantemente condizionato la preparazione della sua squadra verso i più importanti appuntamenti stagionali.

 

Nel 2008, ad esempio, dopo aver già perso la schiacciatrice Antonella Del Core a meno di un mese dall’inizio dell’Olimpiade di Pechino (l’azzurra era stata fermata temporaneamente dall’attività agonistica per un’aritmia cardiaca), Barbolini ha dovuto fare i conti anche con quanto capitato a Taismary Aguero. La fortissima giocatrice cubana naturalizzata italiana, infatti, proprio pochi giorni prima dell’inizio del torneo olimpico è stata costretta a lasciare di corsa il ritiro azzurro per volare nel suo Paese natale dalla madre, gravemente malata e in fase terminale. Al termine di una lunga odissea durata settantadue ore (arrivata a Cuba le fu negato il visto d’accesso perché considerata una “disertrice” a causa della sua “fuga sportiva” dall’Isola Caraibica avvenuta diversi anni prima), la Aguero è tornata in Cina senza poter riabbracciare un’ultima volta mamma Dulce Fedora, nel frattempo deceduta, ed ha giocato la seconda parte del torneo olimpico in condizioni psicofisiche evidentemente problematiche.

 

Per carità, nello sport gli imprevisti possono accadere ed un allenatore ha sempre il dovere di trovare in corsa soluzioni alternative, ma se ti vengono continuamente a mancare diverse pedine fondamentali per il tuo gioco, per quanto tu sia bravo il compito non è affatto semplice. Proprio in questi giorni in Giappone ha preso il via la World Cup, primo appuntamento valido come qualificazione per il torneo olimpico di Londra 2012. Il commissario tecnico italiano, oltre all’assenza di Paola Cardullo – il nostro libero titolare, che ha già dovuto saltare gli Europei a causa di una frattura alla mano destra – ha dovuto fra fronte a due nuove assenze “last minute”: quella di Francesca Piccinini, che dopo tanti anni di attività ha chiesto di poter usufruire di un periodo di pausa dalla nazionale, e quella di Serena Ortolani, che doveva essere l’opposto titolare e che proprio alla vigilia delle gare ha accusato in allenamento un forte dolore nel costato. Barbolini però non si è perso d’animo neanche questa volta, facendo come sempre di necessità virtù, e provvedendo tra l’altro ad un cambio di ruolo per alcune giocatrici importanti come Simona Gioli o Lucia Bosetti.

 

Nella prima partita del torneo giapponese le nostre rappresentanti, nonostante questi contrattempi, hanno battuto per 3 set ad 1 proprio le padrone di casa nipponiche, una quadra insidiosa e giunta terza in occasione degli ultimi mondiali. Successivamente, hanno vinto prima contro la Cina (in una partita molto equilibrata conclusasi solo al quinto e decisivo set), e poi, molto più agevolmente, contro la Repubblica Dominicana (3-0 in un match semplice solo sulla carta). Il cammino verso la qualificazione olimpica è ancora lungo: nei prossimi giorni dovremo affrontare le migliori formazioni del torneo, ovvero Brasile, Serbia, Germania e soprattutto Stati Uniti. Ma, se il buongiorno si vede dal mattino, c’è di che ben sperare.

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