In scena ad Ottobre

Viaggio al termine della notte” di Cèline, a Bologna e Firenze

Tamburi nella notte

Seconda opera teatrale di Brecht ma la prima a essere messa in scena negli anni difficili del primo dopoguerra. L’azione si svolge in una notte del novembre 1918 mentre a Berlino si prepara la rivolta spartachista guidata da Rosa Luxemburg. È una commedia ambigua in cui la ribellione contro le convenzioni dipinge una vicenda che spezza ogni possibile idealizzazione romantica dei fatti. È una storia d’amore che può essere universale, nella sua semplicità, ma ciò che rende particolare questo testo giovanile di Brecht è che in un contesto del genere il protagonista finisca per scegliere l’amore e voltare le spalle agli ideali rivoluzionari. “Senza dare giudizi – scrive Emanuele Aldrovandi -, questo testo ci pone delle domande sul rapporto fra sfera pubblica e sfera privata, sul valore che diamo ai nostri ideali e a i nostri sentimenti, sul ruolo dell’individuo nella società e in un certo senso sulle conseguenze storiche delle scelte dei singoli.

“Tamburi nella notte”, di Bertolt Brecht, versione scenica di Emanuele Aldrovandi, regia Francesco Frongia, con Luigi Aquilino, Edoardo Barbone, Denise Brambillasca, Gaia Carmagnani, Eugenio Fea, Ilaria Longo, Simone Previdi, Alessandro Savarese, Valentina Sichetti, Irene Urciuoli, Daniele Vagnozzi, scene e costumi Erika Carretta, disegno luci Fabrizio Visconti. produzione Accademia dei Filodrammatici. A Milano, Teatro dei Filodrammatici, dal 5 al 15/10

Gli anni luce del giovane teatro italiano

Si chiama “Anni Luce” la nuova rassegna che la trentaduesima edizione del Romaeuropa Festival dedica al nuovo teatro Italiano, un percorso, curato da Maura Teofili . A partire da questa edizione, infatti, il Festival vuole rinnovare la propensione al rischio che ha caratterizzato la sua azione negli anni tornando a guardare fra le realtà emergenti della scena teatrale italiana con la collaborazione di Carrozzerie n.o.t., spazio indipendente del territorio che per vocazione si propone come luogo d’investigazione e stimolo di futuri possibili. Quattro gli artisti selezionati che dal 3 all’ 8/10 si alterneranno nei teatri allestiti a La Pelanda – Macro TestaccioAzzurra De GregorioIndustria IndipendenteGiuliano Scarpinato e Dante Antonelli – Collettivo Schlab. Quattro scelte che vogliono rappresentare la variegata offerta di un nuovo fermento artistico attraverso linguaggi, scelte registiche e scritture sceniche differenti.

Viaggio al termine della notte

Liberamente tratto dal capolavoro di Cèline, firmato dall’attore Elio Germano e dal compositore musicista e sound designer Teho Teardo è un organismo vivo, in perenne trasformazione fin dal suo debutto nel 2010. Avvalendosi della straordinaria sensibilità interpretativa dell’attore romano, Teardo ripercorre musicalmente alcuni frammenti del “Viaggio” restituendo, in una partitura inedita, la disperazione grottesca di questo capolavoro di scrittura che ritrova nuove dinamiche espressive nella combinazione di archi, chitarra e live electronics. Teardo crea un ambiente nel quale la voce di Germano può suggerirci nuove prospettive sulle disavventure di Bardamu e gli orrori della guerra mondiale che travolge le relazioni tra gli uomini quanto i continenti.

“Viaggio al termine della notte” di Cèline. A Bologna, Teatro delle Celebrazioni, il 5/10; a Firenze, Cenacolo di Santa Croce all’interno del programma “Genius Loci”, il 6.

La Giselle africana di Dada Masilo

Pièce di grande impatto emotivo, costruita su un susseguirsi di scene incalzanti e straripanti di energia. Dopo “Il lago dei cigni” e “Carmen”, la coreografa e danzatrice sudafricana affronta ora “Giselle” e crea un personaggio impastato di male, sofferenza e aggressività. La vicenda dell’eroina romantica non prevede né pacificazione né perdono: violentata dall’uomo che ama ed emarginata dalla comunità a cui appartiene, Giselle risponderà con la violenza. Alle carismatica presenza di Masilo – irresistibile protagonista – si affiancano 11 eccellenti danzatori in grado di intrecciare tecniche contemporanee e danze della tradizione africana. Allo stesso modo la partitura originaria di Adolphe Adam si incunea nelle musiche elettroniche originali create dal compositore sudafricano Philip Miller, con la componente visiva creata ad hoc da William Kentridge.

A Ferrara, Teatro Comunale, il 4/10; a Reggio Emilia, Teatro Ariosto, per il Festival Aperto, l’8/10.

Il cielo in una stanza

Scritta da Gino Paoli e interpretata da Mina nel 1960, è la canzone di un amore che abbatte le pareti di una stanza, il racconto di una storia comune, nata in un luogo intimo, privato, come la propria casa. Se però questa casa crolla, cosa resta del sogno romantico, cosa resta della giovane coppia che l’ha sognato e cosa diventa quel palazzo che il crollo ha portato via? Da queste domande, si snoda un racconto che attraversa diversi periodi storici, passando dagli anni dell’emigrazione in Svizzera al boom economico, dalla speculazione edilizia degli anni ’50 fino agli anni ’90, in una scrittura che insegue le logiche dell’evocazione, più che la cronologia degli eventi e che nasce da qui: il cielo, con il crollo, è entrato veramente nella stanza, che ora veramente ‘non ha più pareti’. Guardandoci dentro, incontriamo una comunità di personaggi, diversi per provenienza ed estrazione sociale, che continua a vivere in bilico in questa architettura paradossale, non riuscendo ad allontanarsene.

“Il cielo in una stanza”, di Armando Pirozzi ed Emanuele Valenti, Punta Corsara, regia Emanuele Valenti, con Giuseppina Cervizzi, Christian Giroso, Sergio Longobardi, Valeria Pollice, Emanuele Valenti, Gianni Vastarella, scene Tiziano Fario, costumi Daniela Salernitano, luci Giuseppe Di Lorenzo. Produzione Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini / 369gradi. A Roma, Teatro Vascello, dal 4/10 per Le vie dei Festival, e dal 5 all’8/10.

Tropicana 

Il titolo è un brano musicale del Gruppo Italiano. Su un calypso orecchiabile si innesta un testo di tutt’altra natura: la canzone descrive un’apocalisse alla quale i presenti assistono senza rendersene conto. Inno alla leggerezza estiva degli anni ’80, l’angosciante tematica del testo è passata completamente in secondo piano. Tutti l’hanno ballata, nessun l’ha veramente ascoltata. In questo fallimento comunicativo consiste la magia di quest’opera.

“Tropicana” di Frigoproduzioni, con Francesco AlbericiSalvatore Aronica, Claudia Marsicano, Daniele Turconi, scenografia Alessandro Ratti, in collaborazione con Sara Navale. A Milano, Teatro i, dall’8 al 19/10. Coproduzione Teatro i e Associazione Culturale Gli Scarti.

La danza del Lotus

Progetto performativo della Compagnia Simona Bertozzi|Nexus, risultato vincitore del bando MigrArti 2017 del MiBACT, che ha coinvolto un gruppo di sedici bambine e ragazze di età compresa fra gli 8 e i 16 anni dell’Associazione Unione dei Tamil d’Italia, “Lotus nasce dall’intreccio di due proteiformi elementi. I Tamil, un gruppo etnico originario del sud-est dell’India e del nord-est dello Sri Lanka, della cui lingua esistono documenti letterari risalenti ad oltre duemila anni fa; e il Bharatanatyam, un’arte neo-classica indiana composita, avente come elementi che la costituiscono la danza, l’arte drammatica, la musica, la rima e il ritmo. A unirli è Simona Bertozzi, una delle coreografe e danzatrici più apprezzate del panorama coreutico contemporaneo, italiano e non solo, per la quale la pratica pedagogica è parte integrante dell’azione creativa: un fare in cui la formazione diviene gesto artistico a tutto tondo.

A Pistoia, Teatro Manzoni, il 6/10.

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