Scegliere il bene ogni giorno

Il versetto di Isaia è il filo conduttore scelto quest'anno per gli otto giorni di preghiera ecumenica ed è un invito a vivere uniti nel cristianesimo contrastando l'odio, le differenze e la discriminazione

Imparate a fare il bene, cercate la giustizia (Is 1,17).

Queste parole del profeta Isaia hanno accompagnato i momenti di preghiera e riflessione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2023. Il tema è stato scelto da un gruppo locale degli Stati Uniti d’America convocato dal Consiglio delle chiese del Minnesota, congiuntamente con il Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.

È particolarmente significativo che il richiamo a cercare la giustizia, a imparare a fare il bene arrivi proprio dal Consiglio delle chiese del Minnesota che, nella spiegazione teologica e pastorale, ha posto l’accento sul razzismo, facendo riferimento al noto episodio di George Floyd, uomo afroamericano ucciso nel 2020 a Minneapolis, dal poliziotto Derek Chauvin, che lo tenne immobilizzato per nove minuti premendogli il ginocchio sul collo. Proprio in Minnesota, inoltre, nel 1862 avvenne la più grande esecuzione di massa della storia americana. Una storia, come quella di tanti altri Paesi, che chiede un impegno comune a contrastare il male e scegliere il bene.

«Imparate a fare il bene, cercate la giustizia» (Is 1,17): «le parole di Isaia tentavano di risvegliare la coscienza del popolo di Giuda alla realtà in cui si trovava», si legge nel sussidio preparato dal Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, Commissione Fede e Costituzione del Consiglio Ecumenico delle Chiese. «L’ingiustizia e la disuguaglianza avevano portato a divisioni e discordie; il profeta denunciava le strutture politiche, sociali e religiose e l’ipocrisia nell’offrire sacrifici a Dio mentre si opprimevano i poveri».

Emerge con chiarezza la volontà di contrastare l’odio, la discriminazione e comporre le differenze: «Il mondo di oggi ripropone, in molti modi, le sfide della divisione che Isaia fronteggiò nella sua predicazione. La giustizia, la rettitudine e l’unità hanno origine dal profondo amore di Dio per ognuno di noi e rispecchiano chi è Dio e come Dio si aspetta che ci comportiamo gli uni con gli altri. La volontà di Dio di creare una nuova umanità “di ogni nazione, popolo, tribù e lingua” (Ap 7,9) ci richiama alla pace e all’unità che Egli ha sempre voluto per il creato».

Per favorire la comunicazione e la promozione dell’iniziativa attraverso i social media, la Cei ha preparato un video, curato dall’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, che mette in luce il significato e le prospettive della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.

 

 

«I cristiani – afferma nel video mons. Derio Olivero, vescovo di Pinerolo e Presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo – sono quelli che stanno in questa società per continuare a dire che vale la pena costruire un mondo più giusto, anche quando si vedono ingiustizie, fallimenti e ferite come quella della guerra».

Anche dalle parole di Dionisios di Kotyeon, vescovo ausiliare del Metropolita ortodosso d’Italia Polykarpos, emerge un forte desiderio di lavorare insieme per la comunione: «le Chiese cristiane possono stare insieme, possiamo collaborare, possiamo alzare la voce davanti alle ingiustizie che subiscono donne, bambini e dare una comune testimonianza che tutti, come discepoli di Cristo, nonostante le nostre differenze, possono testimoniare lo stesso Cristo e lo stesso Vangelo».

«Imparate a fare il bene, cercate la giustizia» (Is 1,17). Il pastore Daniele Garrone, presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei), commenta: «abbiamo sempre la tentazione di pensare che l’ecumenismo sia soppesare bene ciò che abbiamo in comune e ciò che ci differenzia e per una settimana enfatizzare gli elementi comuni facendo finta che gli altri non esistano. Invece, con il motto di quest’anno è come se ci venisse detto: volete procedere sulla stata dell’ecumenismo? Ognuno guardi sé stesso, i suoi peccati, imparate ciò che dovete imparare e allora cercherete di imboccare la strada della conversione».

Molte, in questi giorni, le iniziative di preghiera e riflessione, molte le sfide cui rispondere particolarmente nelle grandi metropoli come Roma, «città plurale dal respiro universale, che conosce tensioni e criticità. I cristiani rappresentano una risorsa fondamentale che, nell’apertura del cuore, nelle risorse spirituali, nell’empatia operosa per i più fragili contribuiscono a tessere una trama di speranza nelle pieghe della vita della metropoli», spiega monsignor Gnavi, responsabile dell’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della diocesi.

La Settimana di preghiera sarà conclusa dai Vespri presieduti da Papa Francesco, a San Paolo fuori le Mura, ma il cammino verso l’unità prosegue.

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