Scandalo Curva Inter: tifo da riorganizzare

Clamoroso svuotamento forzato ai danni di molti tifosi della curva interista, ad opera di facinorosi, nel corso di Inter-Sampdoria, per solidarietà nei confronti di un pluripregiudicato: il calcio deve reagire…
Curva Inter (Foto LaPresse/ Claudio Furlan)

Vi sono uomini che sbagliano, spesso poveri e frustrati; altri ancora, meglio vestiti e ancora più colpevoli, che li istigano o strumentalizzano; molti altri ancora che, per quieto vivere o spesso per paura, li lasciano sbagliare, a danno molteplice di tutti. Un antico circuito comportamentale spesso riproposto dalla storia nei più svariati contesti, si è palesato lo scorso finesettimana nella curva dello stadio Giuseppe Meazza di San Siro, in occasione del primo tempo di Inter-Sampdoria, gara valida per la dodicesima giornata di Serie A.

I fatti di San Siro: l’intera curva si svuota

Ricostruiamo i fatti. Lo storico capo ultrà dell’Inter, il 69enne Vittorio Boiocchi, viene ucciso a colpo di pistola nei pressi della propria casa nel quartiere Figino di Milano sabato sera, 29 ottobre. La notizia raggiunge presto i tifosi allo stadio per la partita tra Inter e Sampdoria e a questo punto la Curva, per rendere un non meglio precisato “omaggio” a Boiocchi, decide di restare in silenzio, di non esporre striscioni o intonare cori. Ma durante l’intervallo, i Boys San decidono addirittura di abbandonare e soprattutto fare abbandonare gli spalti. Molti tifosi hanno dopo la partita sui social di essere stati costretti a seguire gli ultrà: coloro che si sono opposti sono stati vittime di insulti, minacce e spinte, bambini compresi.

La posizione dell’Inter

«FC Internazionale Milano – si legge nella nota diramata dalla società nerazzurra – condanna con fermezza qualsiasi episodio di coercizione avvenuto sabato sera al secondo anello verde dello stadio di San Siro. Il Club, che in ogni sede lotta contro ogni tipo di violenza, ribadisce i valori essenziali di fratellanza, inclusione e antidiscriminazione ed esprime la sua totale solidarietà nei confronti di quei tifosi che sono stati costretti a rinunciare a ciò che tengono di più: l’amore e la passione per l’Inter. Il Club, che si adopera ogni anno per rafforzare il presidio di sicurezza e di sorveglianza all’interno dello stadio, ribadisce nuovamente la sua totale collaborazione con le Forze dell’Ordine per assicurare la tutela dei diritti dei propri tifosi». L’Inter sta anche valutando alcune iniziative a tutela dei tifosi danneggiati e forme di risarcimento come biglietti gratuiti per le prossime gare.

Se il crimine si cela dietro al tifo

Basta tornare indietro di qualche mese per farsi un’idea più chiara e scovare tra le cronache come, per quattro dirigenti dell’Inter, il pm di Milano Leonardo Lesti avesse chiesto nel giugno 2021, e ottenuto a ottobre dello stesso anno, l’archiviazione di un’inchiesta partita proprio da gravi intercettazioni che vedevano tale Boiocchi tentare di ricattare la società. I quattro, secondo i giudici, «erano in realtà vittime del comportamento minaccioso ed estorsivo dei capi dei tifosi e quindi semmai persone offese dei reati».

La Digos e poi della procura di Milano, seguendo gli affari dei principali esponenti della Curva, compreso Boiocchi, indagavano già infatti sondando l’eventuale reato di associazione per delinquere con i capi ultrà, fornendo loro biglietti a prezzi agevolati o facendoli entrare gratis allo stadio o consentendo il commercio di merchandising. Altro che tifo: dalle intercettazioni, riportate anche dai colleghi del Corriere della Sera, emergeva una banda di estortori che, forte di circa 200 ragazzotti complici, cercava di tenere in scacco Inter e tifosi cercando di trarne profitto.

Basti pensare che, oltre alla compravendita dei biglietti, negli affari legati alle estorsioni ai danni dell’Inter, c’è anche la questione dei parcheggi negli stadi. Da questi, Boiocchi disse – colto in un’intercettazione ambientale del 2021 riportata dal Corriere della Sera – che ricavava ben «80 mila euro al mese», gestendo la cosa con i capi ultras del Milan Luca Lucci e Giancarlo Lombardi. Così boss, trafficanti e capi curva avevano i parcheggi in concessione dal pubblico, per un grande affare che vedeva coinvolte anche persone vicine alla famiglia della ‘ndrangheta Iamonte.

Minimizzare il problema che da anni affligge le squadre di A pressate da soggetti che si autodefiniscono tifosi organizzati/ultras, ma che in realtà per finalità essenzialmente personali esercitano un vero e proprio potere di ricatto nei confronti dei dirigenti, rischia di uccidere il paziente-calcio. Il ricatto di cori offensivi, lanci di monetine, accensione di fumogeni durante le partite, (nella curva dell’Inter si ricorda ancora un motorino che cadde clamorosamente dagli spalti…) rischia di essere un cancro per tutti gli sportivi e lo stesso sistema calcio in Italia. Urge reagire.

La voce delle istituzioni

«Sono stati già individuati i soggetti che hanno agito e quest’azione così veloce mi rallegra, è un primo risultato. C’è un ministro dell’Interno di straordinaria efficienza e umanità che è prontamente intervenuto. Non esistono mondi paralleli, calcio e sport rispondono alle regole della nazione», ha affermato il Ministro dello Sport, Andrea Abodi. «Il mio pensiero e le scuse vanno rivolte verso le singole persone e soprattutto i bambini, che sono le persone più esposte», ha poi aggiunto.

Sul tema è intervenuto anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò. «Il calcio per molto tempo ha rappresentato un’eccezione e questo non va bene. Da presidente del Coni dico che se un tifoso per amicizia o complicità di trasferta, decide dopo una notizia così di voler andare via, non solo è padrone di farlo, ma può essere anche interpretato come gesto d’amicizia. Ma che quella persona obblighi altri ad andare via è fuori dal mondo. Il grande tema oggi – ha aggiunto – sono i bilanci, i ricavi e i diritti tv nel calcio, ma che figura facciamo quando all’estero in una partita di calcio si scopre che la gente viene mandata via dalle curve? È un autogol per le società stesse». Ma ora, le istituzioni, cosa hanno intenzione di fare per reagire a questo scempio?

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