Scala dei Turchi, i due volti di una notizia di cronaca
Scala dei Turchi. Una ferita inferta. Uno sfregio ad uno dei luoghi naturalistici più belli della costa siciliana. Una mattina di gennaio la Sicilia si sveglia con due grandi macchie rosse sulla Scala dei Turchi, una parete rocciosa a picco sul mare sulla costa di Realmonte, in provincia di Agrigento.
La zona è una delle maggiori attrazioni turistiche della Sicilia. L’erosione del mare ha prodotto naturalmente questa caratteristica forma a gradoni che le regala un fascino particolare. La zona è raggiungibile solo dalla spiaggia (una spiaggia molto bella, con sabbia finissima) ed i turisti che riescono a percorrerla fino alla sommità possono godere di un panorama mozzafiato.
Due grandi macchie rosse, lasciate nella notte da ignoti vandali, hanno regalato un brutto risveglio ai siciliani. Le immagini della Scala dei Turchi deturpata hanno fatto il giro dei Tg. Si era tenuto potesse trattarsi di vernice, invece per fortuna era solo ossido di ferro, un pigmento utilizzato per colorare gli intonaci, più facile da pulire.
Sotto la guida della Soprintendenza ai beni culturali, i tecnici del comune hanno avviato l’azione di pulizia. A sorpresa, un folto gruppo di giovani si è presentato ed ha chiesto di dare una mano.
In poco tempo, con le pompe idriche e gli attrezzi adeguate, la zona è stata ripulita. La Scala dei Turchi ha riguadagnato quell’aspetto bianchissimo che rende la falesia di questa zona meridionale della Sicilia una bellezza straordinaria.
«Questi ragazzi rappresentano la Sicilia che vogliamo» ha detto la sindaco di Realmonte, Santina Lattuca, in una dichiarazione alla testata locale “In3minuti”. Il loro gesto spontaneo, le immagini dei quei volti giovani e delle braccia al lavoro hanno fatto il giro del mondo. Nulla di eccezionale, ma il segnale di una realtà forte e di un senso civico che attraversa il mondo dei giovani. Al contempo, va avanti l’inchiesta avviata dal procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio per «danneggiamento di beni avente valore paesaggistico». L’indagine è a carico di ignoti, ma le immagini delle telecamere di videosorveglianza potrebbero dare degli elementi in più.
La Scala dei Turchi deve il suo nome al fatto che nei secoli passati la zona, poco battuta dal vento e riparata dalle correnti, costituiva il rifugio dei pirati saraceni (impropriamente chiamati “turchi” dalla popolazione sicula). Lì le navi approdavano e da lì si partiva per le incursioni piratesche. Una parte della parete rocciosa è a picco sul mare, la parte terminale presenta questi caratteristici gradoni forgiati nei secoli e nei millenni dalla forza delle onde.
La Scala dei Turchi è, in gran parte, di proprietà privata. Tutto questo ha portato in passato anche ad un’inchiesta penale, ora conclusa. Da anni sono in corso delle trattative per l’acquisizione del bene al patrimonio pubblico. Oltre al Comune, anche la regione potrebbe intervenire per la tutela e la salvaguardia di un grande bene ambientale , la grande roccia di marna bianca che il mondo ammira.