Sbarre su Rai 2
In questo inizio di stagione, viene proposta un’interessante novità: un programma prodotto da Luca Barbareschi per Casanova multimedia, in onda il mercoledì in tarda serata.
In questo inizio di stagione, viene proposta un’interessante novità. Si tratta di Sbarre, un programma prodotto da Luca Barbareschi per Casanova multimedia, in onda il mercoledì in tarda serata.
L’idea degli autori – Flavio Andreini, Filippo Cipriano e Cosimo Calamini – è originale: da qualche parte in Italia un giovane sta rischiando di finire male per problemi di droga, spaccio, violenza, o semplicemente perché è cresciuto in un quartiere a rischio. Nel momento del dubbio e della fragilità, quando da una scelta dipende l’intera vita, perché non mettere in contatto questo giovane con il suo ipotetico futuro, con una persona che non è riuscita a evitare la “cattiva strada”?
L’amministrazione penitenziaria del carcere romano di Rebibbia ha dato la sua piena collaborazione, intravedendo nel progetto una possibilità di riscatto umano e sociale dei soggetti coinvolti. Il racconto, infatti, introdotto dal cantautore Fabrizio Moro, vede prima il ragazzo accompagnare il telespettatore nella sua vita alle soglie del carcere. Una volta entrato nel penitenziario, il testimone di questa staffetta passa nelle mani del carcerato che mostra al giovane la sua vita: dove mangia, dove dorme, i suoi amici, le sue attività quotidiane, ma anche le sue paure, le recriminazioni, il suo passato. Il confronto tra i due, drammatico ed emozionante, porta i binari del racconto a fondersi in una riflessione positiva.
Nel corso dell’intera giornata trascorsa insieme, nasce infatti un’amicizia tra il giovane e il carcerato che danno reciprocamente qualcosa l’uno all’altro, facendo scoprire in due esistenze, fatte apparentemente solo di fallimenti, una nuova dignità, preludio di speranza per entrambi.
La lavorazione del programma non è stata facile: riprese fatte telecamera in spalla, spesso in luoghi senza un’adeguata illuminazione e in un contesto difficile. Eppure la produzione concorda sul fatto che questa sia diventata un’esperienza formativa per tutti: ne dà testimonianza proprio Barbareschi quando dichiara: «Questo programma è la prova che la reciprocità è l’arma più convincente per sconfiggere il male. Da soli non andiamo da nessuna parte».