Sbarchi in Sicilia, interviene il Garante per i minori

I parroci di Augusta, in Sicilia, hanno chiesto a Vincenzo Spadafora, titolare dell'Autorità per l'infanzia, un aiuto per soccorrere i tanti ragazzi stranieri che stanno arrivando sull'isola
Sbarchi in Sicilia

Da alcune settimane i notiziari nazionali riportano numerose e diverse dichiarazioni riguardo all’ingente numero di migranti che sarebbero pronti a traversare il Mediterraneo per venire in Italia. Numeri altissimi, che ascoltiamo velocemente dubitando che siano reali.

Al momento nessuno mette in discussione l’operazione Mare Nostrum che trasferisce in sicurezza i migranti sulla terraferma. È iniziata poco dopo la strage di Lampedusa. Ma di quest’isola, primo approdo, si parla sempre meno: i porti sicuri adesso sono Pozzallo, Porto Empedocle e soprattutto Augusta.

Ma cosa succede dopo lo sbarco a terra? Queste sono piccole città, la loro storia ha radici secolari, ma il presente è complicato e povero. Con l’arrivo simultaneo di migliaia di persone qualunque metropoli sarebbe in difficoltà, figuriamoci i piccoli centri del nostro meridione insulare.

Ad Augusta tuttavia non si è rimasti fermi a guardare: il volontariato, soprattutto cattolico, ha assunto un ruolo importante e adesso chiede una maggiore presenza dello Stato anche solo per coordinare gli interventi dei vari soggetti istituzionali chiamati ad intervenire in queste situazioni.

I parroci del paese hanno scritto poche settimane fa a Vincenzo Spadafora, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, per chiedere un supporto al loro impegno a favore dei minori stranieri che hanno deciso di fermarsi in paese. Qui molte famiglie hanno spontaneamente e generosamente aperto la casa per accogliere questi ragazzi, per insegnare loro l’italiano, per accompagnarli nella trafila per ottenere i documenti necessari a rimanere in Italia, per le visite mediche e anche, se possibile, per ottenere un lavoretto. Ma non basta. Occorre un impegno diverso, nuovo sicuramente per alcuni aspetti, anche da parte dello Stato.

La presenza del Garante ha dato modo ai volontari di avanzare molte richieste. Ma prima ancora rappresenta un punto importante a favore dei ragazzi immigrati: non solo ad Augusta, ma anche a Roma finalmente qualcuno può occuparsi di loro, avendo consapevolezza dei problemi logistici, organizzativi, amministrativi e sanitari che li riguardano.

Vedere con i propri occhi il volto dei ragazzi e delle loro “madri” siciliane, ascoltare storie e problemi, assistere allo sbarco di centinaia di persone dalla nave San Giorgio stando sulla loro stessa banchina, prendere atto che decine e decine di ragazzi possono tranquillamente allontanarsi dalla scuola in cui sono stati provvisoriamente sistemati produce preoccupazione e molti interrogativi, ma anche la ferma determinazione a fare qualcosa.

Il Garante ha preso atto di tutto, aggiungendo i ragazzi sbarcati in Sicilia (e quelli che ancora vi sbarcheranno) al suo lungo ed impegnativo elenco delle situazioni in cui i minori non vivono purtroppo spensieratamente la loro adolescenza. Ma a questo si aggiunge la certezza che in Sicilia ci sono molte persone incessantemente pronte a spendersi, come fanno da mesi, a favore di quegli stessi ragazzi – anche se con pochi mezzi e tra molte difficoltà – pur di tentare di salvarne qualcuno da un futuro che potrebbe altrimenti essere molto amaro.

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