Sbagliare? Può succedere!

Pechino 2008, domenica 10 agosto. Nonostante le difficili condizioni atmosferiche, la finale maschile di fossa olimpica – la disciplina più antica e più diffusa del tiro a volo – si sta avviando alla conclusione. Erminio Frasca, venticinquenne tiratore azzurro, alla sua prima partecipazione olimpica, se la sta giocando alla pari con i migliori al mondo. Mancano soltanto quattro piattelli da colpire e si trova in seconda posizione. La medaglia è lì, a portata di mano, ancora un piccolo sforzo ed è fatta… Noto per il suo sangue freddo in competizione, Erminio incappa invece in una incredibile serie di tre errori di fila che lo portano a concludere al sesto posto finale. Addio sogni di gloria. Incontriamo Erminio a poco più di due mesi da quel momento. Siamo a Macallè, nei pressi di Priverno, in provincia di Latina, dove papà Angelo e mamma Italia gestiscono un ristorante con campi di tiro, punto di ritrovo per chi desidera provare questo sport. I primi passi li ho fatti proprio qui, da bambino, è stato mio padre a trasmettermi la passione per questa disciplina , inizia. Ci sono voluti degli anni, però, prima che in lui maturasse il desiderio di fare davvero sul serio. Intorno ai 15 anni avevo smesso perché alla domenica, tra una gara di tiro e fare una partita a pallone, preferivo quest’ultima. Dopo alcuni risultati importanti che lo impongono all’attenzione degli addetti ai lavori, e dopo aver terminato gli studi, Erminio entra a far parte del gruppo sportivo della polizia dove, sotto lo sguardo attento del tecnico Pierluigi Pescosolido, compie un ulteriore salto di qualità che gli permette di entrare a far parte stabilmente del giro azzurro, guidato dal ct Albano Pera. Sono loro le due persone che a livello sportivo mi hanno sempre seguito – precisa -. Nella mia ancor breve carriera agonistica ci sono stati dei momenti in cui ho trovato delle difficoltà, come capita a qualsiasi sportivo; ma loro mi hanno sempre dato fiducia, mi sono stati vicino e hanno creduto in me anche quando le cose non andavano benissimo. Questa fiducia viene ripagata con la conquista di tanti risultati di prestigio tra cui spiccano un oro europeo ed un argento mondiale. Nonostante ciò, Erminio ottiene la certezza di rappresentare l’Italia alle Olimpiadi solo pochi mesi prima di partire per la Cina: Il tiro a volo in Italia è uno sport in cui siamo diversi in grado di poter competere a livello internazionale. Alla fine eravamo rimasti in tre per due posti, anche se uno era di fatto assegnato a Giovanni Pellielo, un punto di riferimento ed un esempio per tutti vista anche la sua straordinaria costanza di rendimento. Poi ho vinto la finale di coppa del mondo del 2007 e lì, credo, mi sono conquistato il posto. Così il nostro rappresentante arriva a Pechino dove viene subito catturato dal clima olimpico: Da un punto di vista umano ed emotivo è stata un’esperienza bellissima. Vivi il villaggio, sei a contatto con gli atleti delle altre discipline, respiri un’atmosfera davvero unica. Da un punto di vista sportivo, invece, è stata una piccola sofferenza… . Eh già, perché tre errori di fila, nella fase finale di una finale olimpica, si fanno fatica a digerire. Erminio è incappato in quella particolare tensione chiamata panico da Olimpiade. Guardi i Giochi negli occhi e l’ansia, quando meno te lo aspetti, prende il sopravvento. Capita ad atleti normali ma anche a campioni veri che, una volta in gara, sono preda come tutti delle proprie debolezze, delle proprie paure. E a Pechino non sono mancati altri casi clamorosi, come accaduto ad esempio al fortissimo tiratore statunitense Matt Emmons, che all’ultimo tiro, mentre era in testa alla classifica, ha commesso un errore incredibile ottenendo un punteggio di 4.4, quasi fosse un principiante della propria disciplina, ed è finito soltanto quarto. Erminio sa di aver perso una grande occasione, ma guarda avanti. Ancora non so bene cosa sia successo – ci dice abbozzando un sorriso -, anche se sicuramente ha influito l’emozione di sparare per la prima volta ai Giochi. Alla fine un poco di paura ce l’avevamo tutti, ma dopo il primo errore, quasi senza accorgermene, ho cominciato a pensare a troppe cose… Chi fa dello sport deve però mettere in preventivo che episodi del genere possono accadere: sbagliare così è raro, ma capita, e tu sai che può succedere. Certo, i primi giorni non sono stati facili. Ero consapevole di aver fatto una bella esperienza, però un poco di rammarico c’era, anche perché alle Olimpiadi, per molti, sembra conti solo la vittoria di una medaglia. Ma se per chi guarda dall’esterno arrivare sesto o arrivare ultimo può sembrare la stessa cosa, per un atleta non è così. Ora Erminio, che in un anno arriva a sparare anche 30 mila cartucce, si sta godendo un periodo di relativo riposo in attesa di riprendere gli allenamenti in vista della nuova stagione. Perché sbagliare può succedere. Ma, passato un momento di delusione, si può ripartire anche più forti di prima. Magari, come fa Erminio, anche con un sorriso.

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