Saturno contro
Il sesto film di Ferzan Ozpetek, girato anche a Roma (a casa sua), è una storia corale di un gruppo di amici alle prese con diverse vicende sentimentali ed affettive, ma con tono meno leggero rispetto a Le fate ignoranti, anzi malinconico, sofferto. Con qualcosa di disperante. All’inizio il gruppo sembra libero e sereno, la coppia gay o quella eterosessuale o altro paiono realizzate. Il tono è giocoso. Ma poi, quando Lorenzo, il giovane che fa da legante al gruppo, è colto da un aneurisma improvviso, viene ricoverato e muore, il dramma delle verità nascoste nei reciproci rapporti, la paura della morte e del futuro, la voglia di farla finita escono allo scoperto. Tutti vogliono ritrovare sé stessi, il gruppo si riforma, ma il futuro appare forzato. Anche se non bisogna capire, ma condividere, come dice una delle frasiguida del film, ognuno è quanto mai solo e la vita non è poi così sorridente. Il gruppo è rifugio di persone fragili, senza punti di riferimento, che temono l’esterno e dunque si difendono chiudendosi all’interno,visto che la società ci ha tolto la felicità. Ozpetek, che nel film riversa la propria personale esperienza, gestisce con mano sicura gli attori in una recitazione corale molto impegnata, raggiungendo momenti emozionanti, come il compianto davanti al cadavere dell’amico o il pensiero del suicidio dello scrittore David sul ciglio del monte. Se anche la fotografia è preziosa, la musica attraente, pure il film presenta una discontinuità nel racconto, tra una prima parte eccessivamente calligrafica ed un’ultima dal finale allungato, una tendenza a caricare di melò i sentimenti e in particolare a voler dire tutto: il che non giova ad un lavoro certo sincero, ma ambizioso (astuto nel toccare a bella posta tasti di problematiche attuali come le famiglie allargate o l’eutanasia) con un’ambiguità di fondo: si vogliono rapporti d’amore autentici, ma poi questi restano chiusi nell’esclusiva del gruppo, come se il mondo intorno fosse tutto una negatività. In realtà, manca uno sguardo di speranza. È la paura, forse, la compagna stabile del film di Ozpetek. Chi riuscirà a liberarcene? Regia Ferzan Ozpetek; con Stefano Accorsi, Margherita Buy, Pierfrancesco Favino, Ennio Fantastichini, Ambra Angiolini, Isabella Ferrari.