Sardegna, nasce Warfree: imprenditori e professionisti uniti per la pace e la transizione ecologica
Riconversione etica dell’Isola con uno sguardo sul mondo. È questo lo spirito che anima l’associazione di categoria “Warfree – Rete Imprenditori, Commercianti e Professionisti per la Pace e la Transizione Ecologica“, i cui sostenitori si sono ritrovati nei giorni scorsi in Sardegna nel corso di un incontro a Iglesias, ospitato dai “Giardini della Biodiversità“, un progetto gestito da cittadini che si prendono cura della chiesa alto medioevale di San Salvatore e dello spazio circostante nella periferia di Iglesias.
L’appuntamento ha rappresentato una tappa del percorso che ha visto la collaborazione tra: imprenditori, Comitato Riconversione Rwm, «A.P.S. Link – Legami di Fraternità», Federazione Chiese Evangeliche in Italia, Chiesa Valdese, Chiesa Evangelica del Baden, l’Università di Cagliari e Banca Etica. Sono 32, tra rappresentanti delle imprese, professionisti e persone fisiche, i primi membri entrati a far parte dell’associazione.
«Tutto nasce – spiega il direttore Tonio Congiu – da un progetto di ricerca portato avanti, lo scorso anno, da alcuni giovani ricercatori dell’Università di Cagliari, riguardante le imprese etico-sostenibili, in particolare nel Sulcis Iglesiente. Da questa ricerca è nato un progetto di cooperazione che abbiamo denominato “WarFree” e che ha come scopo la creazione di una rete di imprese che aderiscono ad una classe di valori».
«La rete – aggiunge Congiu – è portatrice di una nuova economia, sostenibile e libera della guerra, così da dare un lavoro degno alle persone del nostro territorio. La speranza è quella di poterci allargare a tutta la Sardegna, offrendo occasioni di crescita e promozione alle imprese già presenti sul territorio ma anche a quelle nuove. Quindi la proposta è quella di valorizzare il territorio della Sardegna e di presentarlo come un luogo dal quale nasce una proposta di pace e che valorizzi le ricchezze del nostro territorio e della nostra cultura».
L’intento è quello di valorizzare la Sardegna come isola di pace, offrendo testimonianze di valide alternative alle industrie produttrici di armi, il progetto intende realizzare una rete di supporto allo sviluppo delle imprese, creando posti di lavoro sostenibile e promuovendo i prodotti sardi. Supporto che sarà garantito grazie all’istituzione dello sportello agile, costituito da professionisti pronti a rispondere alle esigenze delle imprese. Ogni azienda aderente alla rete beneficerà quindi di consulenza e sostegno in materia di finanziamenti, marketing, pubblicità, motivazione.
«La proposta – racconta ancora il direttore – è stata quella di entrare a far parte di questa rete, con nuovi strumenti e un marchio di qualità ambientale da porre ai loro prodotti e servizi, nonché un gruppo di professionisti che aiuteranno le imprese nel loro cammino imprenditoriale».
Il marchio sottolinea i valori a cui queste imprese lavoreranno, con una carta di valori, adottando scelte e comportamenti atti ad evitare coinvolgimenti con organizzazioni che promuovono la produzione di armamenti. Ma soprattutto rispetto del lavoro, dei lavoratori, dell’ambiente, dello sviluppo, del progresso sociale, scientifico e tecnologico. Tutti valori, questi, che identificano le imprese. I prodotti e i servizi avranno spazio nazionale e internazionale.
Una strada, quella della riconversione non solo dall’industria bellica ma anche da quella inquinante, che sta riscuotendo consensi nella zona. «Una ventina di imprese – conclude Congiu – hanno già aderito al progetto, da quelle che si occupando di produzione agro alimentare fino ai B&B e alle produzioni tecnologiche. Hanno ascoltato e capito l’idea del progetto con grande partecipazione attiva. Queste imprese hanno grande necessità di essere ascoltate: è dunque un ascoltare le idee per portare avanti una nuova economia».