Santos sconfitto al primo turno
Non solo il presidente Juan Manuel Santos ha ricevuto uno scossone questa domenica alle elezioni presidenziali, ma anche il processo di pace al quale il capo di Stato ha legato la sua carriera politica. Il suo più diretto avversario, Oscar Ivan Zuluaga, ha infatti ottenuto il 29 per cento dei voti, superando il 25 per cento raccolto da Santos in una giornata caratterizzata dalla forte astensione del 61 per cento degli elettori.
Si dovrà attendere dunque il responso delle urne il prossimo 15 giugno quando si svolgerà il ballottaggio. Nel frattempo, sarà essenziale stabilire alleanze con gli altri tre candidati alla presidenza. Marta Lucia Ramirez ha ottenuto il 15,5 per cento tra i conservatori, mentre la candidata di sinistra Clara Lopez ha raccolto il 15,2 per cento. Più distante appare l'ex sindaco di Bogotà, Enrique Peñalosa, alleato al gruppo di centro sinistra Alianza Verde, con l'8 per cento dei suffragi.
Durante Ia campagna elettorale il dibattito, duramente polemico, si è focalizzato sulla questione del processo di pace. Zuluaga è stato accusato di spiare e sabotare il processo di pace e, a sua volta, ha accusato Santos di aver ricevuto fondi dal narcotraffico nelle elezioni di quattro anni fa.
Il candidato oppositore ha fatto leva sulla possibilità che una eventuale amnistia e l'inserzione politica di membri della guerriglia delle Farc permetterebbe di portare in Parlamento i loro rappresentanti ed ha considerato preferibile l'opzione di obbligare militarmente alla resa la guerriglia. L'attuale presidente, dal canto suo, ha rivolto un appello agli elettori per intraprendere una "crociata" per assicurare la pace dopo quasi cinquant'anni di conflitto interno.
Il governo considera che la pace avrebbe, tra l'altro, un sensibile riflesso positivo sull'economia del Paese. Alle stime di crescita, previste tra il 4 e il 5 per cento, si aggiungerebbe un ulteriore 1,5-2 per cento del prodotto interno lordo.
Dopo mesi di marcia a rilento dei negoziati, poco più di una settimana fa il governo e le Farc hanno siglato un nuovo accordo sulla questione del narcotraffico, uno dei problemi del Paese. Restano da definire la questione della giustizia per i gravi crimini commessi durante questi anni di violenza e il risarcimento per le vittime della guerra. Il conflitto ha provocato 220 mila morti e 6 milioni di rifugiati. La questione però sembra interessare poco agli abitanti delle grandi città, lontani dai problemi quotidiani delle zone in cui il conflitto imperversa.
Santos gode di grande stima internazionale per aver iniziato un processo difficile e complesso, ma con molto realismo politico. Probabilmente paga il prezzo di non aver saputo presentare ai suoi concittadini l'importanza di mettere fine a cinque decenni di guerra interna.