Santo subito
La notizia ha fatto in tempo reale il giro del mondo, perché battuta dalle agenzie mentre ancora si stava svolgendo in San Giovanni in Laterano l’udienza di Benedetto XVI al clero romano, nel corso della quale lui stesso ha dato il primo annuncio: l’inizio immediato, cioè, della causa di beatificazione e canonizzazione di Giovanni Paolo II. Ciò ha comportato la dispensa, già concessa, dal tempo di cinque anni di attesa dopo la morte del servo di Dio Karol Wojtyla, prescritto per avviare il processo. Un lungo applauso ha sottolineato l’esultanza del clero romano presente, a rappresentare visibilmente l’immenso coro che si è levato da ogni dove, all’unisono con l’eco della notizia. Abbiamo visto pellegrini subito intervistati in piazza San Pietro, provenienti da ogni parte del mondo, ma anche cittadini per le strade di diverse città esternare la loro gioia, tradendo una visibile commozione. Si è rinnovata così la festa, perché festa fu, cui assistemmo durante i solenni funerali di Giovanni Paolo II, quando partì quel grido spontaneo, Santo subito, ribadito da grandi striscioni che in più lingue ripetevano l’invocazione. Anche su queste pagine non mancammo di sottolineare questa richiesta che già di per sé rappresentava un avvenimento insolito. Come vorrei che tornassero i tempi in cui la santità era proclamata a furore di popolo diceva nel suo articolo Chiara Lubich, mentre offriva la propria testimonianza per averla sperimentata di persona lei stessa, quella santità del papa, ogni volta incontrandolo. Converrà rileggersi quell’articolo pubblicato sul n. 7 della nostra rivista, preconizzazione e insieme commento di quanto oggi è avvenuto. Come non evidenziare poi la significativa coincidenza dell’annuncio con la data del 13 maggio, memoria della Madonna di Fatima e anniversario dell’attentato che Giovanni Paolo II subì in piazza San Pietro? A questo coro di esultanza si unisce dunque oggi anche la nostra voce, fatti interpreti, come ci sentiamo, dei sentimenti del movimento e di tutti i nostri lettori.