Sanremo 67: il solito festivalone
Carlo Conti e la sua squadra ci lavorano da mesi e ormai sono pronti a sfornare il solito panettone di febbraio. Condito dalla consueta ridda di sproloqui, chiacchiere da bar, stelline e stellone, vecchie glorie da riciclare e giovani promesse da lanciare.
Il cast è quello che è: il solito mix di tradizionalismo festivaliero e qualche spezia pseudo avanguardista, ma è evidente che a tener desta l’attenzione mediatica saranno anche quest’anno più i contorni (dalla De Filippi alla Raffaele e Crozza), che non lo specifico delle canzoni in gara.
Chi le ha già sentite ha in genere storto il naso preannunciando un registro depressivo (ad immagine e somiglianza dell’aria che tira nel Paese, del resto). Facile immaginare che personaggi di maggior caratura come la Mannoia, Ron e la Turci offriranno comunque portate di una certa qualità.
Un po’ di trippa la regaleranno forse gli ospiti: dall’attesissimo Robbie Williams a Tiziano Ferro, da Kanu Reeves a Zucchero, fino alla pattuglia di emergenti trendy come Biffy Clyro, LP, e Clean Bandit.
Ma su questo Festival aleggerà inevitabilmente anche l’ombra di Luigi Tenco che proprio qui chiuse con un assurdo colpo di pistola la sua promettente avventura cantautorale. Sono passati cinquant’anni da quel giorno e ancora troppi misteri avvolgono il suicidio di uno dei talenti più limpidi del pop d’autore degli anni Sessanta. Ovviamente non mancherà un suo ricordo in apertura.
L’ultima annotazione riguarda i conti (nel senso monetario, in questo caso), un particolare certo non irrilevante, tanto più per un’Azienda di Stato in discreta crisi di bilancio quale è la Rai. Il Festival numero 67 costerà circa 16 milioni di euro a fronte di circa 24 di ricavi. Come dire che oltre alle solite parentesi buoniste e a un’estenuante parata di superlativi toccherà attrezzarsi soprattutto a una dose di spot pubblicitari più che massiccia.
Buona visione agli irriducibili.