Sanremo 2019: il gioco delle coppie
È un Festival come mille altri. Per questo probabilmente funzionerà, e ben lo sanno Baglioni e la sua squadra che lo hanno costruito nei mesi scorsi: badando a non stravolgerne i postulati, ma cercando di immettere sul sempiterno cliché qualche scaglia di novità per renderlo più appetibile.
E gli ingredienti più rilevanti quest’anno sono soprattutto due: l’irruzione massiccia del rap e derivati (in perfetta sintonia coi mercati odierni), e i duetti: d’ogni foggia e natura, fuori e dentro la gara, più ancora del solito.
In un Ariston più blindato di un G8, in una Sanremo perennemente uguale a se stessa – in questi giorni come ogni anno è un grande Barnum, comprensivo di nani e ballerine –, i duellanti s’intersecano e provano fino alla sfinimento, fraternizzano e si mischiano in un frastornante luna park iper-mediatico dove è difficile distinguere tra il folle e il geniale, lo splendido dal mediocre, tanta è la confusione sotto questo cielo.
E sullo sfondo, una realtà sociopolitica ed economica tumultuosa che, a dispetto delle promesse, proverà ad infilarsi nell’evento in modo più o meno pretestuoso, e non solo nei testi di qualche canzone.
Di certo è che i piatti forti anche quest’anno, almeno sulla carta, saranno i contorni. Gli infiniti Baglioni &…, i grandi ritorni, come la Pausini con Antonacci, l’inedita accoppiata Bocelli & Figlio, Ramazzotti con mister Despacito Fonsi; e poi altre alchimie da gran varietà: come Michelle Hunziker e Pierfrancesco Favino, eccellenti l’anno scorso a far da corolla al divin Claudio, e i loro attesissimi successori, Claudio Bisio e Virginia Raffaele.
Già. E le canzoni? È ancora presto per dirlo, tantomeno è prematuro azzardare verdetti. Come sempre, e più che mai da queste parti, le canzoni vanno “metabolizzate” e non sempre quelle che più acchiappano al primo ascolto sanno reggere ai seguenti, così come è raro che i brani destinati a lasciare davvero il segno, intrighino immediatamente.
Vedremo, ascolteremo, valuteremo, criticheremo, ne chiacchiereremo ovunque, ognuno a modo suo. Perché la specialità della casa è questo saper essere catalizzante, ed è per questo che solo Sanremo è Sanremo.