Sanità lombarda in subbuglio: nuovi scandali in vista?

Gli agenti della Guardia di finanza stanno acquisendo documenti che testimoniano legami illeciti tra i gestori di case di cura private e politici ai vertici del sistema sanitario regionale e nazionale. «Il modello Lombardia sta mostrando tante falle»
Ospedali Sanità
Il sospetto covava sotto le ceneri da un bel po’. Che la sanità lombarda fosse una sorta di bancomat senza pin per i soliti raccomandati, ora lo stanno accertando gli agenti della Guardia di finanza, per la procura di Varese. Si sta acquisendo documentazione presso l'assessorato alla sanità della regione Lombardia.


I reati ipotizzati vanno dalla corruzione alla concussione. A commetterli sono gestori di case di cura a Varese e provincia, con la finalità di ottenere convenzioni con la Regione Lombardia per l'esercizio dell'attività sanitaria. Fra gli indagati ci sarebbero anche il presidente della commissione Sanità del Senato, Antonio Tomassini (Pdl) e il direttore generale della sanità lombarda, Carlo Lucchina. Le indagini sono state generate dal dissesto del gruppo degli imprenditori varesini della sanità i fratelli Polita. Il pm titolare dell'inchiesta già si occupava dell'indagine sul fallimento di alcune società dei Polita e proprio nell’ambito di questa prima inchiesta sui reati di bancarotta, falso, truffa ai danni dello Stato sono emersi nuovi elementi relativi a gravi fatti di corruzione e concussione connessi alla concessione di convenzioni e autorizzazioni.

I provvedimenti emessi dall'autorità giudiziaria sono destinati a consulenti e persone di fiducia di riferimento di politici che fungevano da intermediari tra le cliniche private e l'ente locale e che erano amministratori di fatto delle cliniche interessate. I nomi che vengono a galla riguardano imprenditori e politici ai vertici della sanità lombarda.

Tommasini, attraverso il suo avvocato, ha detto di essere «estremamente sereno e di aver appreso dalla stampa di essere indagato. Attendo con fiducia di essere sentito al più presto dal magistrato per chiarire la mia posizione e dimostrare la mia estraneità a qualunque presunto illecito». «Dal punto di vista giudiziario è auspicabile che si faccia al più presto chiarezza anche su questo caso, mentre dal punto di vista politico occorre mettere mano a un modello che continua ogni giorno a mostrare le sue falle», è questo il pensiero del consigliere regionale pd Alessandro Alfieri, che in una nota interviene sulla nuova inchiesta che vede indagati tra gli altri il presidente.

«Sui rapporti tra privato accreditato e Regione Lombardia siamo già intervenuti molte volte chiedendo maggiore trasparenza e meccanismi di controllo più efficaci – sostiene Alfieri -. Dato che la Lombardia è tra le regioni italiane che assegnano più risorse alla sanità privata, occorrono controlli più stringenti in merito alle modalità con cui le strutture vengono convenzionate in modo che si cancelli quella zona grigia di discrezionalità che ha aperto lo spazio all'accumularsi di tanti illeciti a danno dei cittadini».

 

 

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