Sanità e manovra finanziaria

Con l’aumento dei ticket sanitari dal 18 luglio scorso, quindici milioni di italiani, stanno pagando una tassa di 10 euro in più su quelle già previste dalle regioni.
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Con l’aumento dei ticket sanitari dal 18 luglio scorso, quindici milioni di italiani, cioè quelli non esenti per età, malattie e reddito basso, stanno pagando una tassa di 10 euro in più su quelle già previste dalle regioni. Poiché, fatta eccezione per Calabria e Sardegna, i ticket regionali si aggiravano già sui 36 euro, l’aggravio ha portato a quota 46. Alcuni esempi: una risonanza magnetica ha ora un ticket di 46 euro; una visita cardiologica, oculistica, ginecologica, ortopedica ecc. è passata da 22,50 a 32,50 euro; un emocromo a 14,05 euro e così via.

 

Almeno per ora i laboratori privati stanno facendo prezzi competitivi.

Manca comunque l’attenzione alla qualità delle prestazioni. Non si tiene conto, per esempio, che le visite specialistiche eseguite nelle strutture universitarie vengono effettuate il più delle volte da specializzandi tirocinanti senza la presenza di un tutor che li guidi. Né si pensa ai malati gravi che talvolta vengono dimessi con lunghe lettere che elencano esami e terapie eseguite in maniera anonima e burocratica. E non si accenna a future politiche di sviluppo del settore.

 

È ormai unanimemente riconosciuto che il mantenimento della salute dipende per un 50 per cento dallo stile di vita che conduciamo, per un 30 per cento dall’ereditarietà genetica e solo per il 20 per cento dai costi per le cure necessarie al suo ristabilimento. Come dire che il tabagismo, l’alcolismo, il modo di lavorare e di mangiare sbagliati, lo stress, sono la principale causa di malattie cardiache, tumori, ipertensione, diabete, depressione, obesità. Ebbene, di fronte a queste problematiche non si parla di provvedimenti volti a creare un’educazione sanitaria mirata alla prevenzione o a un adeguato accompagnamento delle persone già malate per cercare di prevenire ulteriori danni. La spesa per la sanità è stata finora impiegata specialmente per la cura, con tanti sprechi più volte elencate in questa rubrica. Speriamo che si dia spazio anche a quella che è considerata la cenerentola della medicina, l’educazione sanitaria, appunto, efficace e a basso costo, caldeggiata anche da qualificati esperti di economia per ridare fiato alle nostre tasche.

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