San Giuda Taddeo, protettore di chi è senza speranza
Nell'arcidiocesi di Torino, a Racconigi, uno dei pochissimi santuari in cui si venera questo apostolo, ricordato il 28 ottobre. E i pellegrini arrivano da tutta Europa
San Giuda Taddeo, uno dei dodici apostoli e protettore dei casi disperati, si festeggia venerdì 28 ottobre. In Italia è difficile trovare una chiesa dove si veneri questo apostolo; eccetto il santuario Reale Votivo della Madonna delle Grazie di Racconigi, in provincia di Cuneo, dove è custodita un’antica statua lignea del santo che richiama molti devoti da ogni parte d’Italia e dall’estero: in questi giorni in cui è esposta la reliquia giungono a festeggiare anche dalla Polonia, dove è particolarmente venerato.
San Giuda Taddeo era cugino di Gesù, in quanto figlio di Cleofa (una delle tre Marie sul Calvario) e di Alfeo, fratello di San Giuseppe. Era detto Taddeo dal siriano Thad, “amabile”, e ancora oggi il suo nome (Tadeusz) è molto diffuso particolarmente in Polonia. Questo apostolo, agricoltore di professione, fu lo sposo di Cana di Galilea. Evangelizzò la Mesopotamia e la Persia dove insieme all’apostolo Simone, verso il 70 d.C., subì il martirio nella città di Suamyr, nell’attuale Iran. Il corpo si trova nella Basilica di San Pietro a Roma. Nel luogo dove l’apostolo San Giuda è stato ucciso si trova ora una chiesa dedicata al santo chiamata Qara Kelisa (Chiesa Nera), che nella regione dell’Armenia rappresenta un luogo di grande meta per i pellegrinaggi, più volte restaurata e nel 2008 dichiarata patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco. Nel libro “d’oro” dei devoti conservato al santuario si scopre che, oltre alle richieste e suppliche, sono moltissime le testimonianze di grazie ricevute per la sua intercessione, e molti i devoti “famosi” di mezza Europa, soprattutto delle varie case reali.