Salviamo l’embrione: è “Uno di noi”
L'Europa libera difende la vita: il 2 maggio a Roma nel corso di una conferenza stampa è stato presentato il progetto "Uno di noi" per salvare dalla morte gli embrioni umani destinati alla sperimentazione scientifica.
Numerosi movimenti e associazioni partecipano a questa iniziativa, che intende raccogliere, con un'apposita petizione, sempre più firme al fine di contribuire al cambiamento progressivo della mentalità degli europei.
Il Movimento dei Focolari, l'Unitalsi, i medici cattolici, il Movimento per la vita, l'Azione cattolica, Comunione e Liberazione, i giuristi cattolici, il Forum delle associazioni familiari e molti altri ancora si sono messi insieme per coinvolgere il più possibile la società civile, attualmente troppo influenzata da una logica commerciale che considera il corpo umano una semplice materia prima.
«Lo scopo di questa campagna di sensibilizzazione è di raccogliere un milione di firme nei 27 Paesi dell'Unione europea entro il primo novembre 2013, al fine di chiedere alle istituzioni europee il divieto di manipolazione e distruzione degli embrioni umani», spiega Maria Colombo, portavoce dell'iniziativa.
Al momento, sono già state raccolte quasi 60 mila firme in Polonia, circa 25mila in Italia, 20mila in Francia, altrettante in Spagna… Grazie ad Internet, è più semplice far circolare la petizione (www.firmaunodinoi.it) ed intensificare la promozione dell'iniziativa in vista della giornata del 12 maggio (festa della mamma), quando si svolgerà una grande mobilitazione per sensibilizzare l'opinione pubblica, anche grazie al coinvolgimento di tutte le parrocchie italiane.
Lo spot scelto per diffondere l'iniziativa "Uno di noi" è accompagnato dal battito del cuore di un bambino non ancora nato, che risuona forte nel ventre di sua madre. «L'obiettivo è rimettere in discussione la legge sull'aborto?», chiede un giornalista intervenuto alla conferenza stampa. «Noi vogliamo semplicemente riaprire il dibattito sulla difesa della vita in Europa, perché la crisi attuale è, innanzi tutto, una crisi di verità e una crisi della persona», sottolinea Carlo Casini, politico italiano impegnato in questo confronto culturale.
«La vittoria dell'economia virtuale che ha portato alle catastrofi finanziarie va di pari passo con una crisi profonda della verità, con le menzogne sulla persona umana considerata come una cosa», aggiunge Jaime Mayor Oreja, politico spagnolo che si sta impegnando in questa causa nel nome dei diritti dell'uomo, affinché i fondi europei non servano a finanziare la "cultura della morte".
Facebook, Twitter, tutti i social network e i più moderni mezzi di comunicazione sono utilizzati per portare avanti questa "battaglia", nella quale le giovani generazioni hanno un ruolo decisivo per affermare che l'embrione umano merita amore e rispetto.