Salvador e la salita incontro al Padre
Quando il nostro primogenito si è ammalato di Aids, ci è parso che il mondo ci cadesse addosso. Solo perché ci sentivamo sostenuti da quanti condividevano con noi questa tragedia abbiamo trovato la forza di unire il nostro dolore a quello di Cristo in croce. Salvador ha vissuto i due anni della sua malattia come una straordinaria salita incontro al Padre, cercando di mostrarsi sereno per non vederci piangere; i medici stessi rimanevano edificati dal suo comportamento. Passavamo ore accanto al suo letto a leggergli qualche brano del Vangelo, a pregare o cantargli le sue canzoni preferite; con semplicità parlavamo con lui anche del passo che lo attendeva. In uno di questi momenti “speciali” mi ha confidato: «Mamma, so che l’ora si avvicina e ti voglio chiedere un favore: quando partirò non vestirmi con abiti nuovi, ma con quelli che ho sempre indossato». Ormai prossimo alla fine, ripeteva: «L’amore, l’amore è l’unica cosa che vale». Sereno fino all’ultimo istante, non ha mai avuto un momento di disperazione. Era cosciente di nascere ad una nuova vita.
(Ernestina, dal Messico)