Salute: chi usa la bici vive 2 anni in più e meglio

Gli italiani amano sempre più l’uso della bicicletta. E cresce il numero di coloro che scelgono le vacanze in territori dove si può circolare in bici. Stando ai dati di Legambiente il cicloturismo occupa il 4% del totale nel 2022. Un dato che crescerà nell’anno in corso
Ciclista su una pista ciclabile a Roma (Foto Fabrizio Corradetti/LaPresse 02 - 08 - 2018)

Al di là delle vacanze, secondo Ipsos – leader mondiale nelle ricerche di mercato –, solo il 10% degli italiani adotta la bici come mezzo per andare a lavoro. In passato c’era la scusa che ci sono salite e discese e non è tutta pianura come nei paesi nordici o nei territori della pianura padana. «Con la bici a pedalata assistita si può fare tutto, anche in territorio collinare – afferma all’Agenzia Giornalistica Italia Alessandro Tursi, presidente della Federazione italiana Ambiente e Bicicletta –. La bici non è un giocattolo né solo uno strumento sportivo. È una soluzione climatica, urbanistica e per la sovranità energetica. Perché ci permette di usare le risorse in modo più intelligente, non inquina, ci rende energeticamente più sicuri e fa risparmiare lo spazio pubblico: al posto di un’auto entrano dieci bici parcheggiate. I nostri spazi urbani, bellissimi, sono ormai dei grandi parcheggi ad aria aperta e sbaglia chi pensa di sostituire 40 milioni di auto a combustione con 40 milioni di auto elettriche».

Inoltre la bici fa bene al portafoglio e alla salute. Con i prezzi della benzina sempre più alti, il Governo invece di pensare a tenere basse le tariffe potrebbe favorire le condizioni per usare meno l’auto. Ad Ischia (con un dislivello di oltre 750 metri), dove i prezzi della benzina sono sempre stati i più alti d’Italia (intorno i 2€/litro), tantissimi cittadini già da anni utilizzano la bici a pedalata assistita per spostarsi.

Siamo un popolo di sedentari con il maggior numero europeo di bambini obesi. In città due spostamenti su tre avvengono in auto e sotto i tre km. «L’80% di loro va a scuola in macchina – afferma Tursi –. Solo il 20% a piedi. In Germania è l’esatto opposto, l’80% va a piedi, in Giappone il 97%. Le buone abitudini si prendono da piccoli».

Ma la bici è un buon deterrente anche per gli anziani. «Una persona che si muove quotidianamente in bici ha un’età biologica di otto anni in meno e un’aspettativa di vita di due anni in più, quindi è utile per tamponare l’attuale squilibrio demografico», commenta ancora Tursi. «Fare il bene del Paese vuol dire anche farlo cambiare, abbiamo bisogno di una politica che si rimbocchi le maniche. In Italia c’è una narrazione distorta, secondo la quale il problema è chi si sposta in bici. La bici è invece una soluzione al problema dell’incidentalità stradale, è acclarato che si muore di più sulle strade laddove si usa di meno la bici. I Paesi dove c’è la più bassa mortalità stradale sono Danimarca e Olanda, ossia quelli dove si va di più la bicicletta».

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