Saltimbanco, il circo delle meraviglie

Il Cirque du Soleil incanta spettatori di ogni età e latitudine.
Cirque du Soleil

Può lasciare senza parole anche chi tenta di descriverlo. Oppure può avere l’effetto contrario: scatenare cioè le più complicate acrobazie verbali. Perché Saltimbanco è quasi indescrivibile per quanto è irrefrenabile, frastornante, surreale. Lo show del Cirque du Soleil, è transdisciplinare: un amalgama di forme d’arte in un’unica esperienza emotiva. In uno dei numeri, Adagio, un uomo fasciato in un body giallo, una donna in blu e un bambino in bianco, arrivano a dare vita con una danza sinuosa a una scultura vivente di braccia e gambe intrecciate tra loro. A simboleggiare l’integrazione di discipline diverse e l’integrazione degli esseri umani.
I protagonisti sono acrobati, contorsionisti, equilibristi, giocolieri, mimi, ballerini e clown, con una perfezione d’esecuzione pressoché totale. È circo. Ma è anche teatro, opera, balletto, ginnastica, musica. Nato in Canada nel 1984 e subito affermatosi come prototipo del nouveau cirque, senza animali, fortemente spettacolarizzato, il Cirque du Soleil è costruito secondo una dimensione industriale che tiene conto della cultura pop internazionale di un pubblico abituato alle coreografie televisive, al musical e alle magie del cinema disneyano. L’imperativo è sorprendere, riempire occhi, orecchie e cuore di colori, immagini, musiche, rivitalizzando i saperi dell’arte circense.

Come tutti gli altri spettacoli, anche Saltimbanco ha un suo filo conduttore. In questo caso è l’idea di urbanità nelle sue innumerevoli forme: gli abitanti della città, le loro idiosincrasie e le loro somiglianze, le famiglie e i gruppi, l'attività febbrile e incessante delle strade e l'altezza vertiginosa dei grattacieli. Come quelli rappresentati dai pali cinesi lungo i quali gli acrobati si arrampicano sinuosamente. Ma è soprattutto il concetto di urbanità come condivisione di luoghi e di vita in comune, di una città immaginaria dove la diversità è fonte di speranza, ad aver affascinato Franco Dragone, l’italo-belga, autore di Saltimbanco, il cui debutto risale al 1992. Da allora questo spettacolo ha girato il mondo (in marzo era al Palalottomatica di Roma, ora è in Marocco, ma, come sempre accaduto negli ultimi anni, tornerà in Italia a rallegrarci), con innumerevoli viaggi di andata e ritorno. Diventando ormai un classico.

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