Sahel, progetti per combattere povertà e insicurezza

Previsti investimenti per 7,5 miliardi di dollari per lo sviluppo dei Paesi a sud del Sahara tra il 2018 e il 2022, per creare le condizioni per uno sviluppo economico stabile e duraturo nella regione.

L’Alleanza del Sahel (composta da Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito, Unione europea, Banca mondiale, Banca africana di sviluppo e Undp) ha identificato oltre 500 progetti di sviluppo per un finanziamento totale di 7,5 miliardi di dollari da attuare nella regione subsahariana. Sono progetti coprono una varietà di settori, tra cui salute, istruzione e agricoltura.

Diversi paesi – tra cui Mali, Ciad, Niger, Burkina Faso e Mauritania – dovrebbero beneficiare di questi progetti, ha detto Rémy Rioux, direttore dell’Afd (Agenzia francese per lo sviluppo) in un incontro alle Nazioni Unite: «Queste – ha spiegato – sono aree che devono essere stabilizzate e sviluppate».

Prima però di rilasciare i fondi previsti, l’Alleanza del Sahel vorrebbe che fosse garantita l’affidabilità del processo di gestione dei denari impiegati, per evitare corruzioni, cambiamenti di scopo e derive progettistiche. «Non siamo in una logica paesana, vogliamo buoni progetti», ha detto ancora Rémy Rioux, citando come esempio il piano che ha facilitato l’accesso all’elettricità nel Nord-Ovest del Burkina Faso. L’obiettivo è quello di creare le condizioni per uno sviluppo economico stabile e duraturo nella regione del Sahel.

Tutti questi progetti, 12 dei quali sono particolarmente illustrativi dei principi dell’Alleanza, sono stati presentati ai capi di governo saheliani al vertice del G5 Sahel il 6 febbraio 2018 a Niamey. «I Paesi dell’Alleanza e quelli del Sahel hanno l’ambizioso obiettivo di raddoppiare l’accesso alle energie rinnovabili nei prossimi cinque anni. Promuovere l’accesso universale a un’energia affidabile, accessibile e rinnovabile significa promuovere la crescita e migliorare le condizioni di vita delle popolazioni del Sahel. L’elettricità è vita», ha affermato Makhtar Diop, vicepresidente della Banca Mondiale.

Si prevede che a partire da luglio 2017, l’Alleanza del Sahel fornirà un coordinamento più efficace degli aiuti per rafforzare il sostegno dei partner nella regione e così contribuire in modo più ampio a stabilizzare la sicurezza in Paesi in cui gli attacchi terroristici jihadisti sono in crescita, raggiungendo ormai anche obiettivi sensibili nelle singole capitali. Ma non basta migliorare la sicurezza, bisogna anche sradicare la povertà, sviluppare soluzioni per le aree rurali, creare posti di lavoro per i giovani, migliorare le infrastrutture energetiche e il cambiamento climatico e rafforzare la governance.

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