Sacro Monte di Varese, un legame di fede
Nella memoria di un viaggio di Giovanni Paolo II
Il 2 novembre si è fatta memoria a Varese di Giovanni Paolo II, che 25 fa saliva al Sacro Monte recitando il rosario, accolto da monsignor Pasquale Macchi, varesino, che di Montini cardinale e papa era stato segretario, e dal Cardinale di Milano Carlo Maria Martini. La meta del pontefice era il Sacro Monte e il santuario della Madonnina Nera; occasioni furono le celebrazioni, nei paesi prealpini, del quarto centenario della morte di san Carlo Borromeo, compatrono della diocesi ambrosiana.
Insieme, con il rosario tra le mani, salirono la strada delle quattordici Cappelle, ognuna raffigurante una scena dei misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi; l’ultima, la quindicesima, ovvero il trionfo di Maria, al culmine della salita, è rappresentata dalla chiesa stessa. «Il tempo – scrisse monsignor Macchi – cancella velocemente le tracce di ogni avvenimento. Ma noi – aggiunse – vogliamo invece che resti bene impresso, che il Santuario di Maria diventi per tutti il luogo della conversione, della speranza, dell’impegno per una testimonianza di fede nel mondo bisognoso di un nuovo annuncio di salvezza».
Era la prima volta che un papa in veste ufficiale saliva la via sacra delle Cappelle. L’arcivescovo di Milano, e cardinale, Giovanni Battista Montini era stato di frequente ospite nella chiesa e nelle vie della montagna varesina, dove negli anni immediatamente successivi all’epoca di San Carlo era stato realizzato uno dei monumenti artistici più grandi della cristianità e della lotta contro l’eresia; ma le visite di Montini erano avvenute prima che egli, a Roma, fosse scelto come erede della cattedra di Pietro.
(AP_Milano_2009/11/02)