Sacrilegio a San Nicola, sacrilegio alla pace
Apro l’home page di Facebook e mi soffermo a leggere una delle frasi ironiche pubblicate: “Nel frattempo il Medioevo sta guardando questi ultimi due anni pensando con quel mezzo sorrisetto: “periodo buio a chi?”. Sogghigno: tra coronavirus e guerra in Ucraina in atto, le epoche storiche si confondono e quello che sta accadendo all’umanità sembra uno scherzo storico di gusto meschino. Continuo a sbirciare sull’home del social network e noto un post del sindaco di Bari Antonio Decaro, condiviso da numerosi cittadini, che scrive di un furto avvenuto nella notte all’interno della basilica di San Nicola.
Stropiccio gli occhi, scorro ancora e leggo commenti indignati, addolorati di molti profili proprio sul sacrilegio alla statua del Santo Patrono. Ancora incredulo, dopo pochi minuti giunge un comunicato ufficiale del primo cittadino di Bari che dice: “Un atto non solo sacrilego, ma fortemente offensivo per la comunità di fedeli e devoti nicolaiani e per la città di Bari, che intorno al messaggio del suo Santo patrono ha costruito gran parte della sua identità”.
In brevi istanti, si accodano i comunicati dell’arcivescovo di Bari-Bitonto Mons. Satriano che da Roma, dove si trova per un Consiglio permanente della Cei, esprime tristezza e dolore per “l’oltraggio del sacro. In un contesto già faticoso, in cui la sacralità della vita viene abusata dalla guerra, anche un’immagine simbolica, quale la Basilica del Santo di Myra e la sua Icona più rappresentativa, realtà fortemente identitaria per la comunità barese, viene ferita dalla violenza di alcuni che sembrano aver smarrito qualunque senso del pudore verso l’uomo e del timore verso Dio. Quanto accaduto mi lascia fortemente preoccupato non tanto per gli oggetti e il denaro sottratti, ma per la mancanza di rispetto che si è consumata al cuore della fede dei baresi. Avverto urgente, e non più rinviabile, un lavoro serio e sinergico sulla sfida educativa che vada a recuperare valori umani e religiosi fondamentali per la crescita di una società che sia realmente civile”.
Piombo sempre di più nel buio, che erroneamente viene identificato nel periodo medievale. Ci mancava il sacrilegio a San Nicola, mai accaduto nella storia!
Alle parole del pastore della chiesa locale fanno eco quelle dei Padri Domenicani custodi del tempio sacro intitolato al vescovo di Myra, che ricostruiscono le prima dinamiche del furto: “Un uomo dall’aspetto giovanile, aiutato molto probabilmente da un complice non visibile nelle telecamere, dopo aver divelto un’inferriata addossata alla torre campanaria e sfondato la porta d’ingresso in largo Abate Elia, si è intromesso nel tempio nicolaiano con l’intento di svuotare le cassette delle offerte. Entrato in contatto con la Statua del Santo, si è impadronito dell’anello alla mano destra, dell’Evangeliario con le tre sfere sulla mano sinistra, e di un medaglione contenente una fiala della Manna“.
Il ladro ha risparmiato la croce pettorale di valore inestimabile, ma oltre ogni valore e sensibilità è il gesto del ladro, che indossava mascherina e cappuccio. Non un “ladro esperto” quindi, verso cui gli stessi baresi stanno esprimendo forte rabbia e minacce.
Avvisate poco dopo l’alba le forze dell’ordine la chiesa è stata chiusa alle visite dei turisti e tanti baresi hanno raggiunto la “città vecchia” stupiti dall’episodio. “Aver sottratto i simboli più evocativi della vita e della missione del vescovo di Myra significa aver ferito profondamente la città” afferma il sindaco Decaro. Ad accorrere in basilica anche molte donne ucraine che hanno pregato inginocchiate all’esterno del tempio sacro. In serata, le forze dell’ordine hanno fermato un uomo, sospettato di aver commesso il furto. le indagini serviranno ad appurare le sue eventuali responsabilità.
Negli ultimi mesi non sono mancati danni alle vetrine degli esercizi commerciali e piccole rapine e, al di là della gravità del fatto, occorre intervenire per incentivare la sicurezza cittadina che si sta allentando. Lo stesso priore della basilica, padre Giovanni Distante, indaga sui motivi che avrebbero spinto il ladro all’atto sacrilego che va oltre il valore materiale della refurtiva. Lo sfregio alla statua di San Nicola, alcuni pezzi della mano sono da ricostruire, è una totale mancanza di rispetto ai cittadini, all’intera umanità che vede nel patrono di Bari un Santo universale. In poco tempo la notizia del furto, infatti, ha fatto il giro del mondo, poiché San Nicola, più di ogni altro, è simbolo e ponte di pace tra i popoli, soprattutto per i fedeli ucraini, russi e dell’est europeo. In attesa della preghiera di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria della Russia e dell’Ucraina indicato da papa Francesco, il sacrolegio a San Nicola assomiglia proprio ad uno sfregio alla pace. Il “buio”Medioevo del terzo millennio non fa proprio ridere…