Sacramento di unità fra gli uomini

L’Eucaristia, da vero sacramento di unità, produce anche l’unità fra gli uomini. Ed è logico: se due sono simili a un terzo, a Cristo, sono simili tra loro. L’Eucaristia produce la comunione tra i fratelli. E questo è splendido, e, se preso sul serio dall’umanità, avrebbe delle conseguenze paradisiache, impensate. Perché, se l’Eucaristia ci fa uno fra noi, è logico che ognuno tratti gli altri come fratelli. L’Eucaristia forma la famiglia dei figli di Dio, fratelli di Gesù e tra loro. Nella stessa famiglia naturale esistono delle regole che, portate sul piano soprannaturale e su vasta scala, cambierebbero il mondo. Nella famiglia tutto è in comune: la vita, la casa, il mobilio… La buona famiglia ha la sua intimità: i membri conoscono le situazioni gli uni degli altri perché se le sono comunicate. I componenti di una famiglia escono nel mondo portando il calore del focolare e possono essere utili alla società se integri, se la loro è una famiglia sana. Una famiglia è felice quando si raduna attorno al tavolo, o canta, o prega insieme. Se la famiglia è una delle più belle opere del Creatore, che cosa sarà la famiglia dei figli di Dio? In Oriente, era molto sentito il valore del convito. Gesù non solo vuole attorno i suoi più intimi ma, ma addirittura, facendo circolare fra i discepoli il proprio calice e spezzando il suo pane per distribuirlo, sembra voglia stringere maggiormente a sé i suoi, quasi unirli alla sua persona. Questi atti di Gesù sono segni esteriori dell’Eucaristia come sacramento d’unità. Ciò che poi vi è di prodigioso nel banchetto di Gesù è che egli ha elevato ad una realtà infinitamente più alta quella cena. Infatti, unendo i cristiani mediante l’Eucaristia a sé stesso e fra loro in un unico corpo, che è il suo, dà vita alla chiesa nella sua essenza più profonda: corpo di Cristo, fraternità, unità, vita, comunione con Dio. L’Eucaristia attualizza quindi la chiesa, dove sono riunite persone per partecipare al banchetto eucaristico; e vi realizza non soltanto parte della chiesa, ma la chiesa intera: è tutto il corpo di Cristo presente in un dato luogo, come si capisce da quella espressione di Paolo: Alla chiesa di Dio che è in Corinto. L’Eucaristia rende anche presenti tutte le membra del Corpo mistico al di là delle distanze e al di là della morte, perché le distanze di spazio e di tempo sono soppresse nel Cristo glorioso lì presente. La Lumen Gentium afferma infatti: Quando celebriamo il sacrificio eucaristico, ci uniamo in sommo grado al culto della chiesa celeste (n. 50). (Da Chiara Lubich, Scritti Spirituali/4, Città Nuova Ed., pp. 41-43).

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