Sacks, un poeta della medicina
È morto all’età di 82 anni il celebre neurologo Oliver Sacks conosciuto anche per la sua fama di scrittore di tanti bestsellers tra cui Risvegli (1973) , che divenne poi un fortunato film con Robert De Niro e Robin Williams.
Oliver, inglese, nato in una famiglia ebraica ultraotodossa, abbandonò presto la pratica religiosa. Lavorò per molti anni negli Usa impegnandosi caparbiamente per migliorare la comprensione del cervello umano, e per i suoi studi è stato sia osannato che duramente criticato. Con le sue ricerche, la sua pratica medica e i suoi numerosi scritti egli voleva «ridurre lo stigma della malattia mentale e neurologica, supportando un approccio umano alla neurologia e alla psichiatria». Tanta gente lo seguiva e lo considerava un punto di riferimento tanto che riceveva circa 10.000 tra lettere e email al giorno. Grande scrittore, il New York Times lo definì un “poeta laureato della medicina contemporanea”.
Nel 2014, terminò il suo libro di memorie, On the Move: A Life. Pochi giorni dopo la pubblicazione apprese di avere un cancro inguaribile al fegato. Scrisse: «E ora, debole, col fiato corto e i muscoli una volta sodi sciolti dal cancro, trovo che i miei pensieri, non sulle cose soprannaturale o spirituali, ma su cosa si intende per vivere una vita buona e utile – hanno provocato un senso di pace dentro di me. Scopro che i miei pensieri vanno allo Shabbat, il giorno di riposo, il settimo giorno della settimana, e forse il settimo giorno della nostra vita, quando possiamo sentire di aver fatto il nostro lavoro, e di potere, in buona coscienza, riposare».