Sabatini tra invenzione e storia
A volte è questione di lingua. Hai scritto un libro, che so, nella lingua dei c?uckc?i? Fosse pure un capolavoro, avrai possibilità molto scarse di vederlo tradotto e diffuso oltre i confini siberiani. Tutt’altra cosa invece ti potrebbe accadere con la scelta dell’inglese, pur essendo magari il tuo un lavoro modesto. Rafael Sabatini, nato nel 1875 a Jesi da un tenore originario della città marchigiana e da una cantante inglese, vissuto tra Inghilterra, Portogallo, Italia e Svizzera, poliglotta, ha prodotto – tra romanzi avventurosi d’ambientazione per lo più marinaresca e biografie romanzate – una cinquantina di titoli tutt’altro che modesti, anzi pregevoli; ma avendo scelto (furbescamente?) di scriverli nella lingua materna, ha imbroccato la via giusta per vedere molti di loro diventare autentici best seller. Infatti, poco conosciuto in Italia nonostante sia stato a suo tempo tradotto nella storica collana Romantica Sonzogno, è viceversa rinomato nei paesi di cultura anglosassone (lo studioso americano Jesse Knight lo definisce, forse un po’ troppo entusiasticamente, uno dei maggiori scrittori del XX secolo, autore di almeno un paio di capolavori della letteratura mondiale). Con la conseguenza che anche Hollywood fin dai tempi del muto lo ha letteralmente saccheggiato per trasposizioni che ormai fanno parte della storia del cinema in quanto hanno dato vita al filone dei film pirateschi e, in buona parte, di quelli di cappa e spada. Basti pensare alle svariate edizioni de Il capitano Blood, Lo sparviero del mare, Il cigno nero, Scaramouche… Di quest’ultimo titolo, anzi, ambientato ai tempi della Rivoluzione francese, è in corso la terza riduzione per il grande schermo, dopo quelle che hanno avuto come protagonisti divi come Ramon Novarro e Stewart Granger . Sì, è proprio il caso di dire che a noi italiani Sabatini è arrivato più che altro attraverso il filtro cinematografico, mentre come scrittore risulta una sorta di carneade. Peccato perché, colmando il grande vuoto creatosi in Italia dopo la morte di Salgari per quanto riguardava la letteratura avventurosa, si rivelava scrittore di talento con una dignità e robustezza che mancavano a tanti epigoni del narratore veronese. Ed oggi? Siamo in fase di riscoperta di questo autore. È iniziata qualche anno fa con un convegno di studi e una mostra ricca di documenti e testimonianze nella sua città natale. Ed anche l’editoria sta facendo la sua parte, come attesta la riedizione di uno dei suoi romanzi più riusciti: Lo sparviero del mare (vedi box). Si fa presto a individuare gli elementi che rendono accattivante Sabatini. Un’abile mescolanza di fantasia e di verità storica. Scrittura scintillante. Trame complesse ed intelligenti, piene di intrighi e colpi di scena, fatte apposta per non annoiare mai. Personaggi non di grande profondità psicologica ma di immediato impatto sul lettore, che viene facilmente coinvolto nell’eterno conflitto tra bene e male da essi impersonato. Sono personaggi, a ben vedere, che più che dalle passioni sembrano mossi dal raziocinio: ne è tipico esempio il capitano Blood, che in questo si dimostra eroe molto meno romantico del Corsaro Nero di salgariana memoria, cui verrebbe da assimilarlo. Essi obbediscono ad un codice etico i cui capisaldi sono: liberalità, coraggio, senso dell’onore, fedeltà alla propria donna… gli stessi valori presenti nel comportamento cavalleresco medievale. Ma ciò che soprattutto prevale è il gusto di abbandonarsi all’avventura. Dove poi eccelle Sabatini è nell’arte dei dialoghi: brillanti e ben costruiti, a volte veri duelli verbali, è un piacere seguirli. A dimostrare che l’emozione può essere suscitata non soltanto dalla descrizione di un duello all’ultimo sangue o di una battaglia navale. LO SPARVIERO DEL MARE Anche questo classico del genere piratesco, ora riedito da Magenes Editoriale (pp.188, euro 13,00), ha avuto la sua trasposizione cinematografica: nel 1940, firmata da Michael Curtiz e con protagonista un Errol Flynn nei suoi anni d’oro. La trama in breve. Oliver Tressilian, lord inglese tradito dal fratello e ingiustamente accusato di omicidio dall’amata Rosamund, si ritrova a dover scegliere tra la vita di schiavo e quella di corsaro. Al servizio del pascià di Algeri diventa così, in pieno Ottocento, lo Sparviero del Mare, il più famoso pirata del Mediterraneo. Convertito all’Islam con il nuovo nome di Sakrel- Bahr si dà a razzie e a conquiste prestigiose. Ma quando Rosamund riappare nella sua vita, l’amore mai sopito risveglierà la sua identità di sir Oliver e lo metterà di fronte ad una ennesima, decisiva scelta.