Russia e servizi segreti, uno strano attentato
Un agente dei servizi segreti russi è stato ucciso in una sparatoria nei pressi del quartier generale dell’Fsb a Mosca, nella famigerata zona della Lubyanka, dove aveva sede il Kgb, che a lungo erano stati i più potenti servizi segreti del mondo, in perenne competizione con gli omologhi statunitensi.
A quanto è dato sapere dalle stesse fonti dell’Fsb, una lunga sparatoria si è svolta nella mattinata di giovedì, al termine della quale un agente dell’Fsb è stato ucciso. Il ministero della Salute, da parte sua, ha riportato la notizia di cinque feriti, dopo aver annunciato in precedenza che due agenti dell’Fsb soffrivano di «ferite estremamente gravi».
Le circostanze dell’attacco e il numero di assalitori coinvolti rimangono poco chiari. L’Fsb aveva riferito all’inizio che l’attacco era avvenuto nell’edificio riservato all’accoglienza pubblica sulla Kuznetsky Most.
Secondo questa prima versione, tre persone non identificate avevano aperto il fuoco all’interno, e due erano stati freddati sul posto. Ma la stessa fonte, cioè l’ufficio stampa dei servizi di sicurezza, pochi minuti più tardi ha cambiato versione, parlando di un singolo aggressore e assicurando che non c’erano stati colpi di arma da fuoco all’interno dei suoi locali.
Al solito, la segretezza e l’incertezza attornia le vicende che si svolgono nel massiccio edificio giallo e bruno che era stato costruito da Stalin per ospitare i servizi segreti del Kgb, poi mutato in Fsb, a poche centinaia di metri dalla Piazza Rossa. Il mistero è in effetti l’alone che sempre ha aleggiato attorno a questi servizi noti per la loro accuratezza e spietatezza, per le vere e proprie persecuzioni patite da diverse categorie di russi durante il regime sovietico.
Anche il ruolo dell’Fsb è cambiato con la fine del socialismo reale, visto che i servizi segreti russi hanno diminuito le loro attività di spionaggio nei confronti dei singoli cittadini per concentrarsi sul monitoraggio e l’azione nelle zone ad alto rischio dell’enorme Paese russo, come la zona ciscausasica e transcaucasica, o ancora il Tatarstan.
L’altro grande ambito nel quale l’Fsb è ora impegnato con la maggior parte dei suoi effettivi è quello di organizzare e sostenere le attività del cyber-spionaggio: l’Fsb negli ultimi anni ha assunto una gran quantità di hacker, non solo e non tanto russi, cioè di “delinquenti del web” trasformati in rispettati agenti di spionaggio sulla Rete. Ucraina, Siria, Libia… sono tanti i luoghi di conflitto che sono seguiti con massima attenzione dagli agenti digitali russi.