Russia alla ricerca della santità

In viaggio a Mosca con la presidente dei Focolari. Il valore della testimonianza in un Paese che riscopre la spiritualità, tra consumismo rampante e rilettura del passato. Dalla nostra inviata
mosca

Da tre giorni Maria Voce e Giancarlo Faletti, presidente e copresidente del Movimento dei focolari, sono in visita a Mosca per conoscere, incoraggiare, sostenere i circa duecento membri della comunità, presenti sin dagli anni bui del comunismo, anche se in modo non ufficiale. Ci sono i primi che hanno conosciuto la spiritualità dell’unità attraverso contatti avuti in Occidente, come padre Vladimir, ora sacerdote a san Pietroburgo, che da giovane, in Germania, aveva avuto modo di conoscere i focolarini. I baffi bianchi e la canizie non hanno intaccato il suo entusiasmo contagioso. Poi ci sono i giovani, che si confrontano con altre sfide:l’arrivismo, la corruzione, la fatica della coerenza, ma che nella spiritualità di Chiara Lubich hanno trovato una direzione per la vita. L’appuntamento per tutti è connotato da un aggettivo: “storico”.

 

Il Paese Storico non solo per la presenza dei dirigenti del movimento, ma perché è la prima volta che si ritrovano tutti insieme da Krasnoyarsk a Chelyabinsk, da Saratov a Novosibirsk. E le distanze ben spiegano la storicità dell’avvenimento. I chilometri che li separano vanno dai 3 mila ai 5 mila e la durata di alcuni viaggi è di ben 42 ore: davvero la Federazione russa è un continente che si estende dagli Urali al Pacifico. La sete di spiritualità è certamente forte in questo Paese che non ha ancora del tutto saldato i conti con il suo passato, ma che, nel contempo, è aggredito da un consumismo rampante, prova ne sono i quasi sei milioni di vetture che circolano sulle strade, intasandole per tutta la giornata. Poi c’è la corsa alla ricchezza, senza badare troppo alle regole, che crea notevoli disparità sociali. Le famiglie si ritrovano spesso disgregate, l’alcol è una piaga sociale. Eppure le chiese sono tornate a riempirsi e ci sono persino giovani che dall’Occidente arrivano in Russia per scoprire un loro percorso spirituale. La patria dell’ateismo di Stato, diventa terra di religiosità.

 

La comunità ortodossa La sacra liturgia, nella chiesa di Maria gioia dei sofferenti, a cui Maria Voce e Giancarlo Faletti hanno partecipato, ha visto raccolti in preghiera, per oltre due ore, centinaia di fedeli. Per gli ortodossi appartenenti al movimento – la maggioranza – questa partecipazione, nel rispetto delle differenti tradizioni ecclesiali, è stato un momento solenne di comunione con la sparuta minoranza cattolica. Comunione guardata con simpatia anche dal metropolita Hilarion Alfeyev, presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, che ha salutato la delegazione del movimento, a conclusione della celebrazione.

 

Alec, trombettista e compositore di jazz, spiega con il tipico vigore russo: «Io non avrei mai creduto che un movimento cattolico mi insegnasse a capire il mio posto nella Chiesa ortodossa e invece con i Focolari è successo. Noi abbiamo sete di una spiritualità che cambi sul serio la vita, e per me incontrare Chiara Lubich è stata una trasformazione».

 

Una spiritualità, quella dei Focolari, che rende capaci di affrontare i lati oscuri di questa crescita economica galoppante che alimenta una corruzione diffusa anche nei servizi pubblici. Una giovane, involontariamente coinvolta in uno di questi casi, ha confidato alla presidente dei Focolari di voler lasciare il suo lavoro, perché in conflitto con la fede. «Non ti dico di mollare – ha risposto Maria Voce –, ma ci vuole un passo deciso nel dare testimonianza. In questi posti si può cambiare se ci sono persone come te». «Sei in una realtà da cristianizzare – ribadisce Giancarlo Faletti –, e Gesù si serve di te per far passare un messaggio. Dentro il businessman senza scrupoli c’è sempre un uomo con un’anima, magari piccola. Ma noi non possiamo rinunciare».

 

La testimonianza dal basso è la chiave di rinnovamento della società russa, ed è quella «veramente auspicabile», conferma l’arcivescovo cattolico Paolo Pezzi, particolarmente colpito da giovani che sanno «mettersi in gioco così radicalmente per il Vangelo». «I movimenti possono diventare un collante nel tessuto sociale – è la convinzione dell’ ambasciatore italiano in Russia Zanardi Landi –. Immettono iniezioni di speranza nella comunità e contribuiscono ad abbattere i muri di diffidenza».

 

La testimonianza e i martiri Il valore della testimonianza è stato più volte ripreso dalla Voce, durante i diversi appuntamenti moscoviti. Confidando, poi, una sua impressione spirituale ha detto: «Arrivata in Russia mi sono trovata immersa in un’unità più profonda con Dio e ho ricordato un’espressione, forse studiata in letteratura, che diceva: “La santa Russia”. Mi sono sentita portata da questa vita di santità che si respira nella nazione. E ho capito che il dono per me e per l’umanità che la Russia può fare è questa santità, grazie anche ai martiri di tutte le Chiese. Essi insegnano l’unità a quelli che vogliono farla senza Dio». E ha aggiunto: «Questa nazione può dire al mondo, per la sua esperienza, che senza Dio non è possibile raggiungere questa meta».

 

Il sangue dei martiri rende feconda una comunità, «è garanzia del cammino di comunione tra le Chiese», ribadisce Giancarlo Faletti. Una garanzia sottoscritta dai martiri della fede e dai martiri civili, che tutte le nazioni hanno conosciuto e continuano a conoscere, in ogni parte del mondo. Questi testimoni, talvolta eroici, talvolta quotidiani necessitano non solo alla Russia, ma al nostro tempo in ricerca.

 

Su www.focolare.org , il diario del viaggio in Russia.

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