Ruffini, Piacenza e l’EdC
Una città si interroga su come far fruttare la proposta dell’Economia di Comunione nel proprio territorio.
Era un impiegato pubblico e lo è stato fino a giungere alla pensione. Nel 1995, terminato il lavoro precedente, Romano Ruffini è divenuto imprenditore, mettendo a disposizione le sue conoscenze e capacità all’interno di una cooperativa che opera tuttora nel settore informatico e telematico. Quella di Romano è una delle esperienze e imprese che aderiscono al progetto dell’Economia di Comunione (EdC), lanciato da Chiara Lubich in Brasile nel 1991.
Quasi 20 anni di storia e quella che era un’intuizione, nata dalla vita, ora è divenuta materia di studio nelle aule universitarie. Economisti e ricercatori, ancor più in questo periodo di crisi, s’interrogano sulle sinergie tra la gratuità, la povertà e l’agire economico.
Anche l’Università Cattolica del Sacro Cuore, nella sua sede piacentina, ha accolto una giornata di studio dedicata a questa prassi economica. Niente di nuovo visto che l’ateneo aveva già conferito a Chiara Lubich la laurea honoris causa in economia nel 1999. Undici anni fa il professore Vito Moramarco, preside della facoltà di Economia, così motivava il riconoscimento consegnato: «Con l’Economia di Comunione si passa ad un coinvolgimento dei poveri nell’ambito produttivo, facendoli destinatari degli utili conseguiti e, dove possibile, proprietari dell’azienda tramite l’azionariato diffuso». Approccio nuovo che vede dipendenti e dirigenti sullo stesso piano, entrambi responsabili e costruttori attivi dell’azienda.
In questi anni a Piacenza alcuni studenti hanno terminato il loro percorso accademico con tesi di laurea su aspetti diversi dell’Edc e l’università vuole incoraggiare i giovani a far proprio il pensiero di Chiara Lubich e dell’Economia di Comunione. È per questo che lo scorso 25 maggio è stato lanciato un bando di concorso che prevede due premi in denaro a neolaureati per lavori su questa innovativa proposta economica.
A sintetizzare il lungo percorso affettivo ed effettivo tra Chiara Lubich, il Movimento dei Focolari e l’Università Cattolica, il Rettore della stessa, Lorenzo Ornaghi, che ha voluto evidenziare quanto la strada dell’Edc restituisca dignità a uomini e donne, «umanizzando l’economia e trasformando dal di dentro le imprese e i loro principali attori». Come farlo? Da dove partire? Si tratta di utilizzare, per alcuni capovolgere, quelle che sono le attuali categorie guida del sistema economico ove tutto si basa sui profitti.
«Bisogna capire – sostiene il professor Stefano Zamagni dell’Università di Bologna – che l’impresa è prima di tutto un luogo di formazione, così come la famiglia e la scuola. Vi è l’urgenza di introdurre la categoria dell’amore nell’impresa, perché è il posto dove si trascorrono circa i 2/3 di una giornata lavorativa. È dunque importante rendere le imprese luoghi dove sia presente l’armonia, per rendere la sfera economica una sfera arricchente nei rapporti interpersonali».
Il prossimo passo dell’EdC sarà pianificare l’assetto economico della città partendo proprio dallo status di gratuità e solidarietà, con una proposta già richiesta da alcuni comuni d’Italia. Anche Piacenza s’interroga su come attuarla nel proprio territorio d’azione: tante le energie da investire, ma in gioco vi è la felicità dei propri cittadini.