Rubata la bara di Mike Bongiorno
Nel solco della tradizione. Sembra bizzarro, ma è già accaduto. Prima di quella di Mike Bongiorno altre salme di personaggi famosi erano state trafugate per motivi di riscatto, da Charlie Chaplin al presidente argentino Peron. Anche se rubare salme non paga molto. Del resto, in tempi di crisi economica e morale ci sia attacca a tutto pur di far soldi in maniera facile e disonesta.
E mentre una rapina fatta in banca, alla «prendi i soldi e scappa», sembra in fondo, un po’ più onesta perché c’è il rischio dell’impresa, l’ingegno del piano, il coraggio e il sangue freddo, nei casi delle salme trafugate, di freddo c’è solo il cadavere e la temperatura invernale notturna, di coraggio davvero poco perché nei cimiteri non c’è un’anima viva e di ingegno il minimo indispensabile, da manuale del piccolo ladro, per disattivare le telecamere, aprire il cancello del cimitero di Dagnente, vicino Arona, e dileguarsi indisturbati nella notte. Nessun rischio d’impresa e di conseguenza pochi soldi.
Chissà come se la ride Mike per l’incosciente gesto dissacratore. Forse, prima di pagare il riscatto, sarebbe giusto sottoporli ad un bel quiz. Almeno chi vinceva nelle fortunate trasmissioni televisive di Mike i soldi se li meritava.