«Rovesciare le crociate»

Il lungo percorso, nel segno di Giorgio La Pira, dell’amicizia islamico-cristiana a Firenz
Giorgio La Pira

Quando nel 1978 è sorto a Firenze il Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira, su una parete era appeso un foglio con i versi di Réné Philombe: «Perché mi domandi/ se sono dell’Africa/ se sono dell’America/ se sono dell’Asia/ se sono europeo:/ aprimi fratello/ aprimi la porta/ aprimi il cuore/ perché sono un uomo./ L’uomo di tutti i tempi/ l’uomo di tutti i cieli/ l’uomo, uno come te».

L’Ideale del modo unito sosteneva gli animatori dell’esperienza nascente, intitolata al “sindaco santo” La Pira, morto pochi mesi prima. E Chiara Lubich si faceva spesso presente personalmente mostrando un interesse speciale per questa iniziativa sollecitata dalla Chiesa di Firenze nel segno del dialogo e dell’accoglienza dei giovani di tutto il mondo. Il contesto storico di una città culturalmente e religiosamente aperta e l’eredità di La Pira, che aveva fortemente inciso, facendo diventare Firenze, negli anni della Guerra fredda, città del dialogo a livello planetario.

L’idea di «rovesciare le crociate», producendo con le nostre azioni un «moto ondoso» nella direzione opposta, era peraltro assai cara a La Pira. Fu dunque naturale che gli studenti musulmani trovassero qui il loro primo spazio d’incontro e di preghiera, potendo gettare le fondamenta per la futura comunità islamica fiorentina. Ha perciò aperto prospettive nuove rileggere insieme, musulmani e cristiani (presenti con i cattolici, i pastori delle Chiese evangeliche, i rappresentanti delle Chiese ortodosse, i rappresentanti della Comunità ebraica e delle istituzioni cittadine) lo storico Documento di Abu Dhabi, a un anno dalla firma di papa Francesco e del grande imam Ahmad Al Tayyeb.

Al centro La Pira è stato perciò condiviso il 30 gennaio 2020 un documento fiorentino firmato dall’imam Izzeddin Elzir e dal cardinale Giuseppe Betori nell’auspicio, come ha precisato l’arcivescovo di Firenze, di «aprire a un percorso più strutturato di amicizia islamico-cristiana sempre più feconda nel senso della riconciliazione e della fraternità» dentro la complessità dell’attuale momento storico. La prospettiva concreta, secondo Mohamed Bamoshmoosh, responsabile culturale della comunità islamica, «è quella di mettere in rete le varie realtà che operano per il dialogo attraverso iniziative di collaborazione e di cittadinanza attiva».

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