Rovazzi: andiamo ad incassare

Nell’annuale corsa alla canzone regina dell’estate, quest’anno c’è un ragazzotto di Lambrate che appare in vantaggio sulla concorrenza, grazie alla canzoncina “Andiamo a comandare” che sta intasando l’etere italico. Fabio Rovazzi, chi era costui?
Fabio Rovazzi

Dicono che questo sia l’anno degli underdog, degli outsider trasformati in eroi. E’ accaduto alla banda dei Leicester di Ranieri e a quella dei portoghesi capaci di mandare in fumo le certezze dei molti più blasonati colleghi transalpini: in casa loro, e senza l’apporto di Ronaldo, per giunta. Ma non c’è solo il calcio: è accaduto in politica col trionfo dell’Appendino sul ben più quotato Fassino, nel cinema con un film uscito sottotraccia come Jeeg Robot, e sta accadendo anche nella musica italiana: prima col boom di Benji & Fede e adesso con questo ragazzotto, che sta spopolando sul web (oltre 30 milioni di visualizzazioni su YouTube) e nelle playlist balneari: con un brano, che pare costruito apposta per diventare uno dei tormentoni dell’estate in corso.

 

Milanese appena ventiduenne, il prode Rovazzi ha in verità un discreto curriculum da videomaker alle spalle (ha mollato il liceo artistico prima della maturità per dedicarsi a quello), e soprattutto due padrini del calibro di Fedez e J-Ax: due che sanno bene come costruire un fenomeno con poco. Fabio Rovazzi è per l’appunto il miglior puledrino allevato nella loro scuderia personale, la Newtopia. Qualcuno forse lo ricorderà anche per qualche comparsata nel programma di RaiDue Sorci Verdi, ma anche per il più famoso dei suoi video, “Come risolvo i problemi di coppia” che da febbraio ha già raccattato più di cinque milioni di visualizzazioni.

 

A conti fatti, dunque, né un vero Carneade né un outsider sfigato. Tutt’altro. Dalla sua, piuttosto, ha la freschezza esuberante dei vent’anni, quel faccino pulito e furbetto da primo della classe (ma per niente spocchioso, almeno per ora…), una sana dose d’autoironia, e questa canzoncina banale ma intrigante che l’ha sparato come d’incanto nei quartieri alti del music-business.

 

Segnato da un riff tutto giocato su un elementare giro di basso sintetico, il brano si sviluppa secondo i più classici stilemi del pop da spiaggia, cercando di dribblare il pericolo dell’ovvietà con qualche affermazione ad effetto, tipo: “Non so se sono pazzo o sono un genio. Faccio i selfie mossi come Guè Pequeno. Non mi fumo canne, sono anche astemio…”. E ancora: “Col trattore in tangenziale, in ciabatte nel locale. Andiamo a comandare, sboccio acqua minerale”.  D’altro canto lui si definisce un comico, mica un cantante.

 

Epperò un piccolo record il Rovazzi se l’è già portato a casa: con 25.000 copie vendute è stato il primo in Italia a conquistarsi un disco d’oro tramite la sola riproduzione in streaming. E se la gode, nell’attesa di capire cosa farne davvero di tutto questo successo.

Successo, già: sbaglio o è anche, e ben più prosaicamente, il participio passato del verbo succedere?

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