Rossini Opera Festival
Edizione numero 39 a 150 anni dalla morte. Pesaro celebra il “genio in fuga”, come l’ha definito Alessandro Baricco, presentando il capolavoro arcinoto e sempre tutto da scoprire, cioè il Barbiere di Siviglia: regia – la sua prima volta – di Pier Luigi Pizzi, direzione di Yves Abel. Seguiranno Ricciardo e Zoraide, diretti da un fine musicista come Giacomo Sagripanti, che chiuderà il festival con la Petite Messe Solemnelle in versione orchestrale. Poi la leggera, spiritosa Adina, diretta dal venezuelano Diego Matheuz. Tutto dall’11 al 23 agosto.
Ma il festival propone due Concerti di Belcanto. Al primo, parteciperanno il soprano Eleonora Buratto, al suo debutto al Rof, e il basso Miche Pertusi. Ma ci sarà poi Nicola Alaimo nelle Grandi Scene Rossiniane introdotte da Remo Girone e per il filone Rossinimania si proporrà il cabaret Rossini con Massimo Ranieri. Un evento la grande mostra sul Maestro fino al 18 novembre tra Pesaro, Urbino e Fano sulla via e la produzione musicale e la futura apertura di un Museo cittadino dedicato dalla città all’illustre Figlio. Celebrazioni dunque di vario tipo. Fra queste, presentazioni di libri.
Ne segnaliamo una che ci sembra particolarmente interessante, il 20 agosto alle 11,30 presso la Biblioteca di San Giovanni. Si tratta del libro A un dottor della mia sorte (edizioni Pendragon, pp.188, euro 15) di Giulia Vannoni. L’autrice riminese, docente, scienziata e critico musicale per periodici italiani e stranieri, delinea in un saggio scorrevole, documentato e anche divertente, l’interesse che compositori e librettisti hanno sempre dedicato alla categoria dei medici. Non per nulla il sottotitolo del testo suona “La storia della medicina raccontata dal teatro d’opera”.
Satira ed ammirazione, divertissement e ritratti colti con icasticità: dal Don Bartolo nel Barbiere rossiniano – la sua aria dà il titolo al saggio – all’esilarante Dulcamara dell’Elisir d’amore di Donizetti (cui l’autrice dedica pagine preziose come ad altri ritratti di medici donizettiani), da duro Dottore del Wozzeck al Grenvil della Traviata, senza dimenticare I Vespri Siciliani, Le contes d’Hoffmann, Il Naso o l’obliato ormai Lo Speziale di Haydn. La galleria è folta e copre l’intero arco della storia operistica con osservazioni puntuali che rendo il testo agile senza nulla perdere in scientificità e analisi di quel mondo folle e dolente che è il melodramma. In esso la figura del medico è sovente tutt’altro che secondaria, anche quando lo sembri, come il dottore che spia le allucinazioni della Lady nel Macbeth verdiano. Un testo prezioso, da non perdere.