Romulus, cioè Roma prima di Roma

Presentate le prime due puntate della serie Romulus in onda su Sky e Now tv dal 6 novembre.

Matteo Rovere ci riprova. Il film Il primo re, in latino arcaico, è andato bene. Storicamente credibile, attorialmente pure, successo al botteghino. Allora, perché non farne un serie? Detto fatto. Alla Festa del cinema di Roma si sono viste le prime due puntate di Romulus. Non sono male, se l’America le ha già comprate e Rovere, chissà, se sogna addirittura un successo vicino al Trono di spade (ma pare difficile perchè quella serie è di gran livello sotto vari punti di vista), la fiction indistruttibile che ha influenzato tutte le altre venute dopo.

Romulus dunque, su Sky e su Now tv dal 6 novembre. Un universo tra superstizione, violenza, in cui il tema del potere – come già nel Trono di spade – è centrale. Si resuscitano la leggenda del buon Numitore e del cattivo Amulio, della vestale Rea Silvia e di Albalonga città-capo di una confederazione di trenta altre località con i rispettivi sovrani. Ovviamente secondo la fiction che vuole scontri, brutalità, sentimento, istinto, luoghi selvaggi – pioggia fango foreste -, odi ma anche amore e fratellanza. E giovani. Così Rovere ha scelto tre attori della nuova generazione italiana per interpretare tre personaggi fondamentali: Yemos (Andrea Arcangeli) molto legato al proprio gemello,  Wiros (Francesco Di Napoli) adolescente ed Ilia (Marianna Fontana) vestale coraggiosa in un mono arcaico durissimo. Insomma, un VIII secolo a.C. dove la religione è cogliere i segni divini nella natura e nella magia, il potere spietato, la vita combattere per la sopravvivenza. Ma non è solo questo. E pure lo scontro fra generazioni, i figli contro i padri: argomento in verità fin troppo usato. La fiction è comunque azione, lotta per la vita.

Girato in condizioni naturali difficili che hanno richiesto una  dura prova agli attori – oltre alla lingua arcaica – , la serie non vuole essere  la continuazione de Il primo re, ma raccontare la storia di Romolo da una diversa prospettiva. Con fantasia, certo, ma anche con una documentazione affidata agli esperti.

Le prime due puntate fanno ben sperare. Lo spettacolo è assicurato e forse un po’ di cultura, che non guasta davvero Il seguito lo vedremo.

 

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