Romeo e Giulietta

Una mostra per Romeo & Giulietta, il film diretto da Franco Zeffirelli, a 50 anni dalla sua uscita. A ospitarla, dal 28 luglio al 6 gennaio, Palazzo Piccolomini a Pienza (Siena): la pellicola fu girata nella città di Pio II nel 1968

Era il Sessantotto, dilagavano le proteste dei giovani (e non solo) per le strade e le piazze d’Europa e di America. Fantasia, ribellione agli schemi sociali consolidati, energia e passione. Violenza anche. E una voglia smisurata di libertà. Intellettuali e artisti ci si mettevano dentro, naturalmente ognuno con la sua idea di libertà. Franco Zeffirelli, reduce dal trionfo della pièce scespiriana Romeo e Giulietta a teatro, pensò che il soggetto era tale – amore fino alla ribellione alla famiglia e fino alla morte contro ogni opposizione – da poter diventare un film. E lo fece. Le riprese, dopo la fatica di trovare gli interpreti principali giusti – tutte le ragazze inglesi volevano essere Giulietta – iniziarono a Tuscania, poi ci si spostò a Gubbio e a Pienza, come racconta Zeffirelli nella sua gustosa Autobiografia. Certo, c’era la paura di rovinare la poesia di Shakespeare affidandola a due attori adolescenti, come erano Leonard Withing e Olivia Husssey. Ma Liz Taylor, appena vide le prime scene girate, si commosse e disse: «C’è fin troppa poesia in ogni fotogramma». Zeffirelli andò avanti e la prima a New York nel settembre ’68 fu un trionfo. Il Rinascimento giovane e bello, dai costumi perfetti come nei dipinti di Raffaello e Tiziano, la vivacità baldanzosa delle scene, la passionalità dell’amore ha conquistato da allora il pubblico. Visto anche oggi, il film è un affresco lussuoso e sincero di un’epoca irripetibile della nostra civiltà ed un commosso omaggio alla sventura coraggiosa dei giovani innamorati. Le musiche di Nino Rota, la fotografia di Pasquale De Santis, i costumi di Danilo Donati fanno il resto, regalando al regista due Oscar.
Domani a Pienza, nel palazzo di papa Piccolomini – Pio II –, dove gli interni sono stati girati, si apre una bellissima mostra sul film, destinata a durare fino al 9 gennaio 2019. Intitolata What is a Youth?, dal titolo della canzone musicata da Rota su testo di Elsa Morante che risuonava durante la scena del ballo, permette di rivivere un mondo meraviglioso: la giovinezza è l’amore e l’amore è sempre giovane. Grazie alle foto di set e di scena provenienti dalla Fondazione Zeffirelli di Firenze, disposte nelle sale dove furono scattate, e ai costumi straordinari, gli ambienti paiono animarsi ed i personaggi ritornare in vita per noi. Per la nostra felicità.

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