Roma, una festa del cinema di qualità

Tanti i bei film da vedere: "Captain Fantastic" di Matt Ross, "Sole cuore amore" di Daniele Vicari, "Snowden" di Oliver Stone, ma soprattutto il bellissimo "Manchester by the sea" di Kenneth Lonergan
Casey Affleck

Applausi per Tom Hanks e per Michael Bublè, folla di scolaresche e di giovani, la sindaca Virginia Raggi esultante, Jovanotti che si scatena sul tappeto rosso, i Rolling Stones immortalati durante la tournée in America Latina e un grande Viggo Mortensen – attore, poeta, scrittore, fotografo – nel film di Matt Ross, "Captain Fantastic", dove è Ben, genitore che educa i figli nelle foreste del Nord America negli anni Settanta, lontano dalla civiltà, in un “bellissimo errore” che poi lo costringe  a scendere a patti con la cosiddetta “civiltà”. Film dolente e felice, magnificamente recitato dagli attori-ragazzi e da lui, carismatico personaggio fuori schema, per far riflettere e sognare. C’è da dire che quest’anno alla Festa del cinema di Roma di bei film ce ne sono davvero.

 

Prendiamo Daniele Vicari. Autore riservato, profondo, non sbaglia un colpo. Lontano dalla mondanità, dalle chiacchiere, parla sul serio e lavora sul serio: una delle voci autentiche e oneste del nostro cinema. Questa volta osa un film intimo, ricco di ricordi personali, "Sole cuore amore". Tre parole abusate eppure così vive e vere, da riscoprire. Lo fa una volta tanto non parlando di emarginazione di stranieri o di giovani – temi ormai usuali nel nostro cinema -, ma di una coppia periferica romana – lui senza lavoro, lei barista pagata in nero da un egoista, quattro figli, quattro ore tra andata e ritorno a casa ogni giorno -: si amano, si aiutano, lei perde la salute.

 

È la sofferenza quotidiana degli umili del nostro tempo, di quelli che non contano, ma che si sacrificano per la famiglia, una “bella Italia” che i politici non vedono. Isabella Ragonese, magnifica,e Francesco Montanari vivono la loro storia drammatica eppur tenera, mentre l’amica Vale, danzatrice di strada, in crisi con la madre, alla ricerca di sé stessa, viaggia dispersa negli affetti.. Film asciutto, doloroso, eppure non lacrimevole, profondamente vero, lascia dentro la sete di giustizia, non gridata ma invocata: una lenta poesia colma di tenerezza, di intimità, di splendore interno nonostante una società spesso iniqua. La poesia dell’eroismo quotidiano. Se lo vedessero, i nostri governanti quante cose capirebbero…

 

Ancora un film sulla famiglia, questa volta dell’americano Kenneth Lonergan, e cioè Manchester by the sea. Chi non l’ha visto, dovrebbe ricercarlo, perchè merita per davvero. Lee (un grande Casey Affleck, qui più  bravo del fratello Ben) ha perso tre figli in un incendio fortuito, la moglie l’ha mollato, lui ha cambiato città e vive da solo. È taciturno, scorbutico, prigioniero di un dolore che non riesce a superare. La morte del  fratello maggiore Joe lo lascia di fatto tutore del nipote adolescente Patrick. Un compito che non vorrebbe avere… Il film si snoda tra rimorsi, difficoltà di rapporto tra  l’uomo e il ragazzo, incontri drammatici con l’ex moglie che gli chiede perdono – e lui non sa che rispondere, troppo forte è il dolore-,  e il rimorso che attanaglia l’anima e la rende pregna di lacrime inespresse. Per nulla pesante, scritto e diretto con mano leggera, il racconto familiare è pensieroso, recitato con animo sofferto e ciò lo rende quanto mai credibile, autentico, uno dei più bei film attualmente alla Festa.

 

Chiudiamo con Oliver Stone, epico narratore di eroi americani. Questa volta è Edward Snowden (un perfetto Joseph Gordon-Levitt), colui che ha svelato nel 2013 i segreti della Cia americana, dello spionaggio mediatico sulla vita di ciascuno di noi, i segreti più segreti della politica Usa. Ricercato dagli States,  rifugiato in Russia, il ragazzo-prodigio viene raccontato come un patriota che difende la sua terra dagli errori antidemocratici. Enfasi, spettacolo: credibilità? Forse. Da vedere, per farsene una idea. Siamo davvero tutti spiati e nessuno è libero?

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