Roma sulle Alpi
Aosta, antico crocevia d'Europa, conserva ancora oggi le tracce dei suoi fondatori.
In questa conca, già in antico crocevia d’Europa, punto d’incontro delle genti dei due versanti alpini, ne è passata di storia dal 1500 a. C. ai giorni nostri, con l’avvicendarsi prima dei celti, poi dei salassi, liguri, romani, goti, longobardi, franchi…
Ma a lasciare il segno più profondo sono stati i romani, che nel 25 a.C. per gratificare 3000 pretoriani alla fine del loro servizio e assicurarsi, allo stesso tempo, il controllo della “via delle Gallie”, incuranti di ambiente, cultura e tradizioni locali, proprio qui piazzarono la perfetta geometria di Aosta, la loro Augusta Praetoria Salassorum: un rettangolo di 572 metri per 724 con strade che s’incrociavano a novanta gradi, secondo il più puro stile “da accampamento”.
Costruita a tempo di record in appena due anni (miracoli d’altri tempi!), la città cercò tuttavia di riscattare il suo “vizio d’origine” che la condannava a essere monotona e prevedibile; e divenuta prospera si abbellì di splendidi edifici, che facendone quasi un surrogato dell’Urbe sulle Alpi dovettero solleticare non poco l’orgoglio dei suoi abitanti.
Tuttora, anche se ogni epoca vi ha lasciato tesori di arte e di storia, il fascino maggiore di Aosta deriva dalla sua impronta romana, che persiste nel tracciato regolare delle vie, oltre che nei monumenti superstiti: il foro, la Porta Pretoria, l’Arco di Augusto, terme, abitazioni private, necropoli…
Soprattutto il teatro, davvero unico nel suo genere per le caratteristiche architettoniche (la curva delle gradinate era inclusa in un altissimo quadrilatero che si suppone un tempo coperto, per preservare gli spettatori dai rigori del clima alpino). Ed anche per quel misto di ruvidezza all’esterno, dovuta al rustico bugnato, e di eleganza all’interno. Oggi la sua possente facciata, conservatasi parzialmente per ben 22 metri di altezza, si staglia contro i ghiacciai del Gran Combin con scorci di forte suggestione; ed è così parte ormai del panorama cittadino, assieme ai tetti di ardesia e alle torri medievali del centro storico, che senza questa quinta di pietra Aosta non sarebbe più tale. Come dire che il tempo, riplasmando quasi i manufatti dell’uomo, non di rado ne ricava – complice la natura in cui sono immersi – insolite attrattive, riuscendo ad armonizzare fra loro anche epoche e stili i più diversi.