Roma, la Festa (del cinema) non è finita
Roma 2021, edizione numero sedici. Riuscita, con i suoi 66 film da 23 paesi, i premi alla carriera allo showmen Quentin Tarantino e al fantasioso Tim Burton, immaginifico folletto mai abbastanza creativo. E poi la sfilata di divi, dive e affini – anche nostrani-, uno un po’ fuori forma Johnny Depp amato dalle ragazzine ed una solare e paziente come Angelina Jolie con cinque figli a carico, fra le interpreti della nuova saga Marvel Eternals. E non contiamo gli omaggi a Monica Vitti, Gigi Proietti, Carlo Verdone che fa sé stesso in una serie televisiva – Vita di Carlo, presentati i primi quattro episodi -, i racconti su Giorgio Strehler, Eugenio Scalfari, i De Filippo, le chiacchierate (Incontri ravvicinati) con Bellocchio, Cuaròn, Guadagino e il meraviglioso Cyrano di Peter Dinklage. E così via.
Tanta gente, tanti artisti, tanti biglietti venduti, oltre 3mila giornalisti accreditati: il direttore Antonio Monda, al sesto anno, può essere contento, pandemia a parte, la festa funziona. Certo la sezione Alice in città rimane il punto più forte e innovativo per la qualità dei prodotti e la vivacità delle scolaresche che hanno ringiovanito gli eventi. Tema fondamentale della Festa è stato lo sguardo sull’umanità di oggi, i giovani e i bambini in particolare. Si spiegano così i due premi dati nella sezione Alice, cioè Miglior Film a Petite maman di Céline Sciamma e Miglior Regia a Belfast di Branagh – candidato agli Oscar – come il premio BNL al delizioso L’Arminuta: opere sull’infanzia dove realismo e poesia si coniugano con un fascino antico che ci fa bene ritrovare. Ma si spiega anche il Premio del Pubblico a Mediterràneo di Barrena – di cui s’è già parlato – sulle migrazioni dove gli indifesi e gli innocenti sono i veri protagonisti. Senza dimenticare un film molto bello come C’mon C’mon di forte delicatezza nel rapporto adulto-bambino.
Il cinema ha toccato drammi e attese, famiglie tormentate e divise, razzismo persistente, guerre e amori in una visione di una umanità lacerata in mille modi – il meraviglioso e drammatico indonesiano Yuni, sulla difficile giovinezza di una adolescente -, eppure grazie ai giovani, pur provati, aperta ad una possibile speranza. In tutti i film è forte il desiderio della pace, dentro e fuori di sé.
La conclusione della Festa è stato il lunghissimo Eternals di Chloé Zhao in cui gli Eterni che proteggono gli uomini da sette secoli devono intervenire per salvarli dai Devianti malefici. Insomma, l’epica lotta tra bene e male e il bisogno non di uno ma di molti salvatori, semidei o semiangeli insieme. Filmone ricchissimo di riusciti effetti speciali, ben congegnato tra passato e presente, con costanti salti temporali, è il classico prodotto politicamente corretto: coppie eterossesuali e gay con figlio, ecologia e Bollywood, i miti classici e nibelungici, la Bibbia, i Babilonesi, i Maya e gli Aztechi, e le star: Angelina Jolie, Gemma Chan, Richard Madden e Kit Kerrington (visti nel Trono di spade) e così via. Il messaggio unificante storie, culture e fantasia tuttavia finisce per livellare tutto sullo stesso piano: nessuna certezza, l’umanità non è libera. Non è un messaggio tranquillizzante per i ragazzini cui è diretto. Ma in sala funzionerà dal 3 novembre, a Hollywood hanno l’occhio attento al botteghino.
Iniziata alla grande con il melanconico Io sono Babbo Natale con Proietti, la Festa si è chiusa con lo spettacolo made in Usa. Ma ci ha regalato diversi bei film,anche italiani. Il cinema è vivo, ora deve riempire le sale.