Roma, anziani tra difficoltà e speranza
Gli anziani sono una grande risorsa per la società, sono deposito della memoria e garanzia di futuro. A volte, però, sono vittime di una cultura dello scarto, che li riduce ad una categoria anagrafica, che non scorge il grande valore aggiunto che possono offrire. Per questo papa Francesco li ha voluti mettere al centro dell’attenzione, istituendo la Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani che si celebrerà il 25 luglio alla vigilia della festa dei Santi Gioacchino ed Anna, i nonni di Gesù.
In vista della giornata, le Acli di Roma hanno dedicato uno degli incontri on line del Cantiere Roma, al tema La Roma degli anziani, uno spazio di riflessione nel quale sono stati anche presentati i risultati di un questionario on line al quale hanno partecipato oltre 250 over 64. Una fotografia tutt’altro che sbiadita, quella dei “nonni” romani, molti dei quali impegnati nel volontariato, con una grande voglia di mettersi in gioco: il 63% di essi, infatti, sente di poter ancora offrire molto alla società e il 75% svolge un ruolo di sostegno per la propria famiglia e per i figli.
A Roma sono 830.181 gli anziani dai 60 anni in su e costituiscono il 29,7% della popolazione, con un trend ancora in crescita. Hanno le idee chiare su cosa serve alla città: l’80% degli intervistati, infatti, ritiene prioritario il decoro urbano, il 51% la mobilità e i trasporti pubblici e il 45% i servizi di assistenza alle persone fragili.
Trascorrono il tempo libero con la famiglia (68%), al centro anziani (17%) e in attività di volontariato. Solo il 16% è costituito da anziani che rimangono soli. La maggior parte di essi dichiara di essere appagato dalle relazioni sociali (61%). Il 58% frequenta i parchi pubblici, il 52% la parrocchia, poi il bar e la libreria. Molti utilizzano i social (whatsapp, Facebook, e-mail), mentre il 27% non usa la tecnologia. La maggior parte degli intervistati ha una discreta solidità economica e solo il 10% ha lamentato difficoltà economiche effettive; il 79% ha una casa di proprietà mentre il 15% vive in un appartamento in affitto.
Durante la pandemia la difficoltà maggiore è stata quella di uscire di casa (44%) e l’isolamento dai familiari. Anche se si registra un ottimo rapporto con il medico di base (4,48, in una scala da 1 a 7), tuttavia il 29% degli anziani ha rinunciato a visite preventive e prova una sensazione di ansia e paura.
Certamente, il Covid ha amplificato bisogni degli anziani. Gianni Capobianco, direttore del reparto di Geriatria dell’Ospedale Sant’Eugenio di Roma e presidente di Giano onlus, nel suo intervento nel corso del web talk ha evidenziato la necessità di interrogarsi sul funzionamento delle strutture e della sanità per migliorare il sistema ospedaliero, i sistemi di assistenza a casa, le residenze per anziani. È necessario cambiare il modo di andare incontro alle persone, accorciare la distanza tra le idee e le buone pratiche.
Quali, dunque, le proposte per la Roma del futuro? «Noi abbiamo l’ambizione di contribuire a costruire una polis che sia una vera civitas, cioè una comunità in cui al centro ci siano le relazioni vive e i legami generativi», ha dichiarato Lidia Borzì, Presidente delle Acli di Roma. La linfa, infatti, è la vita relazionale, familiare, sociale. L’isolamento e l’abbandono sono malattie che si curano con le relazioni.
La narrazione sugli anziani, ha poi sottolineato Borzì, non può essere frutto di stereotipi, ma occorre ascoltare, incontrare, interpretare, agire e sognare, cinque verbi che sono alla base del lavoro che si sta svolgendo. In un anno le Acli di Roma hanno accolto oltre 40.000 anziani attraverso iniziative e servizi, hanno camminato con gli anziani attivi, che costituiscono una preziosa risorsa da valorizzare, e hanno operato per gli anziani fragili.
Questa la direzione da percorrere: costituire una città age-friendly, che metta al centro la partecipazione sociale, il rispetto e l’inclusione, la comunicazione e l’informazione semplificate; edificare una comunità di prossimità di servizi, venire incontro all’esigenza di un’assistenza sanitaria più capillare ed efficiente; rafforzare le reti sociali, puntare sul coinvolgimento attivo degli anziani come una grande risorsa, perché l’allungamento della vita è una risorsa, non un problema!
Un impegno che rende la città umana per tutti, crea lavoro e da’ un impulso all’economia. Molti economisti parlano di Silver economy, una frontiera dell’economia legata alla possibilità dell’allungamento della vita. Attorno agli anziani – naturalmente senza strumentalizzarli – si possono creare, infatti, start up innovative: dalla domotica alla cura, ai viaggi, al tempo libero.
#Romagrigioargento è l’hashtag lanciato al termine dell’incontro – il grigio, ravvivato dal colore luccicante dell’argento – con l’auspicio, che diventa impegno, affinché «si trasformi in una grande risorsa il grande patrimonio umano degli anziani».