Rom e sinti, popoli da riscoprire

In Italia sono circa 170 mila, in Europa si aggirano sui 12 milioni. L'8 aprile è la giornata dedicata a loro. Le parole di Gian Carlo Perego, direttore della Fondazione Migrantes

Si celebra oggi, 8 aprile, la Giornata internazionale dei rom e dei sinti, pensata oltre 40 anni fa per favorirne l'integrazione. La Chiesa cattolica italiana, attraverso le parole di mons. Gian Carlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, ha affermato: «Muri, separazioni, barriere non aiutano la vita dei rom, perché non aiutano la vita. “Il muro” se in architettura è l’archetipo, la struttura fondamentale, nella realtà sociale diventa la negazione della vita. La realtà sociale è costruita sulle relazioni, sugli incontri, trova il suo archetipo nella libertà. In questa realtà, il muro è segno di divisione, di separazione, di esclusione. Papa Francesco, nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium ci ricorda che “con l’esclusione resta colpita, nella sua stessa radice, l’appartenenza alla società in cui si vive. (…) Gli esclusi non sono sfruttati, ma rifiuti, avanzi” (n.53)».

E ha continuato così: «Un lavoro pastorale costruito sulle relazioni, sul dialogo, sul reciproco riconoscimento, sull’altro non solo garantisce la pace, la felicità che tutti ricerchiamo, ma diventa il progetto che trasforma veramente la città e costruisce il futuro. Come ricordava il grande filosofo e teologo Michel de Certau, “la salvezza non è mai dentro di noi, ma fuori, nell’altro”. La tutela dell’altro, delle minoranze, anche rom, è un segno che stiamo guardando al futuro. In un’omelia a S. Marta durante la messa del 24 gennaio, in ricordo di san Francesco di Sales, papa Francesco sottolineava: “È necessario avvicinarsi al dialogo, perché il tempo fa crescere il muro, come fa crescere l’erba cattiva che impedisce la crescita del grano. E quando i muri crescono è tanto difficile la riconciliazione. Io ho paura di questi muri che crescono ogni giorno e favoriscono i risentimenti. Anche l’odio. Il Signore ci dia la gioia di fare ponti con gli altri, non muri"».

La Comunità di Sant'Egidio, da sempre in prima fila nelle iniziative a favore degli ultimi e degli emarginati, ha svolto a Napoli una conferenza stampa per presentare i dati positivi di una serie di azioni portate avanti da alcuni anni. Accogliendo l’invito del commissario europeo Vivian Reading, che nei giorni scorsi aveva sottolineato "alcuni piccoli miracoli" per l’integrazione dei rom, sono stati presentati esempi eloquenti di come sia possibile vivere positivamente con loro.

Nel presentare i risultati del programma “Diritto alla scuola, diritto al futuro” per la scolarizzazione dei bambini rom, Daniela Pompei, responsabile nazionale  del Servizio immigrazione e rom della Comunità di Sant'Egidio, ha illustrato il successo degli oltre 200 minori che aderiscono al programma, tra Roma, Milano e Napoli. L’84 per cento dei bambini che aderiscono al progetto frequentano la scuola, mentre in tutta Italia solo 11 mila minori vanno regolarmente alle primarie e 107 frequentano la scuola secondaria. «Il programma – ha detto Daniela Pompei – ha l’obbiettivo di favorire la frequenza scolastica regolare degli alunni rom, prevenendo il coinvolgimento dei bambini in attività di accattonaggio; e si propone di educare alla convivenza tra diversi».

«I rom sono un popolo giovane – ha concluso la responsabile di Sant'Egidio – per cui l’integrazione deve passare necessariamente per la scuola». Paolo Ciani ha parlato dello status giuridico e della presenza dei rom in Europa e in Italia, un mondo complesso e articolato tante volte rappresentato con una certa semplificazione e banalizzazione. Tra i 6 e i 7 milioni in Europa, i rom rappresentano la più grande minoranza, priva molto spesso di uno Stato di riferimento.

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