Rivive La tempesta di Strehler, con Giulia Lazzarini
È stato uno dei più celebri allestimenti di Giorgio Strehler al culmine della sua maturità artistica. Debuttò al Teatro Lirico di Milano il 28 giugno 1978 e, in seguito, inaugurò, nel 1983, il Théâtre de L’Europe a Parigi. Nella Tempesta, l’ultimo dei suoi lavori, Shakespeare inventa un nuovo linguaggio drammatico per i protagonisti di un utopico Mondo Nuovo, nel quale creature come il mostruoso Caliban e l’etereo Ariel convivono con i protagonisti del Vecchio Mondo. Nel suo allestimento il regista triestino non si limitava a rappresentare la storia del mago Prospero e del suo percorso di conoscenza, ma esprimeva scenicamente la propria riflessione su La Tempesta come gigantesca materia di spettacolo: come opera che pone in atto un processo metacritico sulla scrittura teatrale, sul mestiere del drammaturgo e del regista. Dunque “un oggetto scenico”, il banco di prova attorno al quale si discute che cosa sia fare teatro.
A quella storica messinscena è legato il nome di Giulia Lazzarini, reincarnazione di Ariel, lo spirito dell’aria. Ella lo diviene non solo per la magia di Prospero, ma anche e soprattutto per la sua propria magia. Ariel non ha più gambe, non ha più braccia, non ha più una voce sua e neppure una sua fisicità. Appesa a una fune volteggia nella scena, elastica e lieve, e nessuno potrà più reinterpretare questo spirito senza che il pensiero corra a lei e alla mirabile versione che le suggerì Stehler. A rivivere oggi è ancora lei in “Remake. Racconto di Tempesta”, che trova una cornice fortemente evocativa nel palcoscenico del Teatro Grassi, sede storica del Piccolo, culla della più viva ispirazione di Strehler. Lo spettacolo nasce dall’incontro di due donne, dall’intrecciarsi emozionato e commosso dei loro ricordi: Giulia Lazzarini e Myriam Tanant, che di Strehler fu collaboratrice all’epoca del sodalizio con l’Odéon. Lazzarini interpreta sé stessa, invitata a tenere una lezione a un gruppo di aspiranti attori. Una tempesta reale si abbatte sulla città e in teatro arriva solo una ragazza (interpretata da Maria Alberta Navello): sul palcoscenico vuoto, alla luce incerta delle candele di una ribalta improvvisata, tra frammenti di documenti filmati, ricordi, aneddoti, lievitazioni scenografiche, suggestioni musicali, l’attrice restituisce alla giovane allieva il senso di un’esperienza artistica straordinaria, una pagina mitica nella storia del Piccolo e tra le più alte del teatro italiano. Un appassionato tentativo, affidato a una testimone d’eccezione, di far rivivere il senso di una poetica e la sua rilevanza civile, di tramandare di generazione in generazione, con amore, una lezione indimenticabile.
“Remake. Racconto di Tempesta”, drammaturgia e regia Myriam Tanant, scene Francesco Fassone
costumi Brigida Sacerdoti, musiche Matteo Curallo, luci Antonio Merla. Milano, Piccolo, Teatro Grassi, dal 5 al 14 ottobre.